I Primi Adoratori Laici

Secondo una consuetudine già in uso presso l'Ordine Agostiniano, i genitori di una sorella che pronuncia i voti definitivi all'interno della Comunità, ricevono (solo se lo vogliono, naturalmente) l'attestato di Associazione alla Comunità, partecipando così dei suoi stessi beni spirituali. Quest'anno abbiamo avuto la gioia di avere i nostri primi tre associati.
Autore:
Bagotta, suor Maria Maddalena
Fonte:
CulturaCattolica.it
Vai a "Adoratori Laici"

Le difficoltà e le sofferenze in comunità non mancano mai, anzi! Eppure queste sono sempre accompagnate da una degna ricompensa, infatti non sono meno frequenti le novità e le grazie che il Signore ci elargisce inaspettatamente, sia nel quotidiano, che negli eventi di comunità (come le professioni). Si tratta di episodi e grazie che ci radicano sempre più dentro e al servizio di Madre Chiesa.
Come non fare memoria dei primi tre adoratori laici associati alla nostra comunità? I primi, nella storia di questa recente fondazione.
La Madre Superiora ha avuto la splendida illuminazione di cominciare proprio con i nostri genitori (in particolare quelli delle sorelle di voti perpetui); detto: fatto! Il giorno che precedeva la Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù ci siamo attivate per preparare le pergamene che attestavano l'appartenenza alla comunità dei genitori di due nostre Sorelle. Le avremmo consegnate loro, proprio la sera del vespro di un giorno così speciale come quello legato alla ricorrenza del Sacratissimo Cuore di Gesù.
Hanno ricevuto la pergamena, il papà di suor Teodora: Mario Giacobbe (per noi ormai papà Mario o Mariolino), e i genitori di suor Adriana: Katalin Majgut e Lászlo Csöke.
In qualche modo abbiamo ripercorso la storia che nel 1800 ha visto protagonista Madre Maria Maddalena dell'Incarnazione, la nostra Beata la quale contemplava nell'Ordine la presenza dei laici.

Quando Iddio, Padre di tutti i lumi si degnò di farmi capire
che facessi questa fondazione sotto il titolo del SS Sacramento …
l’anima mia trovò molto contento sul riflesso che avremmo noi a dare a Gesù con le nostre continue adorazioni, e con quelle ancora, che con tal mezzo avrebbero potuto fare davanti a lui le persone del secolo
(Maria Maddalena dell’Incarnazione, Esortazione I).

È stato, per noi tutte, un momento veramente emozionante, uno di quelli che decretano una storia che è in corso d’opera. Un disegno che Dio ci ha preparato dall'eternità, e sta portando a compimento per noi giorno dopo giorno, passo dopo passo.
Nonostante le difficoltà iniziali la nostra comunità è ora diventata una famiglia allargata che vede spesso complici i nostri genitori specialmente nei momenti più critici. I genitori di ciascuna sono ormai genitori di tutte, ci legano un grande affetto è un bene che solo la complicità dell'amore del Signore avrebbero potuto realizzare.

Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha riconosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.
Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?
Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo?
Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello (Sal 43,22). Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore
(dalla lettera ai Romani di san Paolo, apostolo 8,28-39, Prima lettura dell'Ufficio delle letture della Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù).