Il mio presepe strampalato

Brandelli di ricordi, immagini di un presepe costruito in famiglia tanti anni fa. L'articolo di Massimiliano, fratello di sr. Maria Gloria e per tutti Iano, ci riporta a un'infanzia perduta in cui tutti però ci riconosciamo.

Quando ero bambino fare il presepe era l'avvenimento del mese. 8 dicembre. Festa dell'Immacolata. Era il giorno prescelto. Mia sorella, di qualche anno maggiore rispetto a me e mio fratello, coordinava le operazioni. Prima cosa recuperare il materiale in soffitta. E già questo aveva un certo fascino. Che in quella soffitta polverosa, semibuia e alta un metro e mezzo ci fossero due scatoloni con dentro un tesoro, generava in me lo stesso stupore e eccitazione del cercatore d'oro che trova la pepita in mezzo al fango.
Una volta recuperata "l'artiglieria" si liberava da riviste e cianfrusaglie la parte superiore di una vecchia cassapanca. Era quello il luogo prescelto per fare nascere Gesù bambino la notte del 24.
Primo: sballare dalla carta di giornale tutte le statuine. Pecorelle avvolte nella carta rosa della Gazzetta con il gol di Mazzola e i Re Magi avvolti nel corriere della sera e così via. La mia statuina preferita era un piccolo pastorello con un pentolino in testa. O il pescatore seduto con la canna da pesca in mano. Sul tutto vigilava mia nonna Maria: " dam chi ca là carta lì. Inscí quant al metum via la vegn buna amó!' La sua generazione riciclava tutto. Anche i coriandoli di Carnevale. Impariamo!
Mentre noi sballavamo e mia nonna stirava con la mano pagine e pagine dei quotidiani, mia sorella, l'unica con uno spiccato senso artistico, preparava la base. Capanna. Stella cometa. Angeli sospesi. Ruscello. Pezzi di muschio. Vialetti coi sassolini. Massi giganti. Casette varie. Montagnetta in lontananza. Palme tropicali e pini alpestri.
Appena pronta la base cominciavamo a mettere le statuine. Il problema era che avevano misure diverse. Le pecorelle, per esempio, non avevano tutte la stessa altezza! Allora facevi finta che la pecorella piccola era un agnellino. Ma come fare per il pastore che era più basso delle pecore che pascolava? Allora si usava la "regola della prospettiva". Il fulcro del presepe non era la capanna della natività??? E quindi le statuine più grandi messe in prossimità della capanna. Quelle più piccole un poco più lontane e quelle minuscole ficcate su, sulla montagnetta.
Il problema erano i Re Magi sui cammelli! Erano delle statuine enormi! Alte il doppio rispetto alle altre! E andavano messe il più lontano possibile. Dovevano arrivare alla capanna il 6 gennaio! Vabbè. I Re Magi erano l'eccezione.
Con i Magi posti in lontananza il nostro presepe strampalato era al completo. Anzi no! Nei giorni successivi io e mio fratello avevamo tutto il tempo per fare confusione. Dietro ai massi potevi veder spuntare la faccia di un indiano con arco e frecce o di un cow-boy con le pistole. E sulla montagnetta, sdraiato, un cecchino della seconda guerra mondiale. Ma poco importa. Attorno al presepe ci passavano ore. Per noi era il presepe più bello del mondo. Un presepe da primo premio in un concorso!