Il Natale non è una bella favola
Pubblichiamo questa bella riflessione sul Natale di don Giuliano Sarti, sacerdote della Diocesi di San Marino Montefeltro e nostro maestro di canto- Autore:
- Curatore:
- Fonte:

Il Natale non è una bella favola, ma un avvenimento realmente accaduto, che ha cambiato la storia, anche se molti continuano a ignorarlo o fingono di ignorarlo e magari tendono a cancellare o a occultare i simboli che lo richiamano.
Natale è un lieto evento, l’evento più lieto che il cuore dell’uomo potesse sognare, che ha la forza prodigiosa di cambiare la vita. Questo evento ci è stato narrato stanotte attraverso il racconto incantevole della nascita di Gesù a Betlemme, dal Vangelo di Luca.
Oggi ci viene proposto in una pagina che è forse la più alta e profonda di tutta la Scrittura.
Se riusciamo a non lasciarci distrarre da un contesto fuorviarne e dispersivo; se riusciamo a non accontentarci della dolcezza sentimentale che questa festa comunica; se riusciamo a cogliere il centro del mistero che oggi celebriamo, allora ci sentiremo come... travolti. L’imprevedibile è accaduto!
«Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». Si coglie in questo la manifestazione di un amore inaudito. Si rivela come un Dio che si è “scomodato”, si è “compromesso” fino al punto di donarci ciò che aveva di più caro: il proprio Figlio.
Il bimbo di Betlemme è il Dono più grande che Dio potesse farci.
Questo bimbo è l’espressione viva e palpitante dell’amore del Padre. È la rivelazione definitiva di Dio agli uomini. Questo bimbo è Dio, il Figlio di Dio, che è venuto tra noi come un compagno di viaggio per condividere gioie, fatiche, sofferenze fino all’esperienza della morte. Il Figlio di Dio, prendendo da noi la natura umana, in cambio ci regala la sua figliolanza divina.
Ci unisce a sé e ci comunica il suo stesso rapporto filiale: ci rende capaci di chiamare Dio, come Lui e con Lui, col dolcissimo nome di “Abbà”, papà. «A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio».
«Il Verbo si fece carne». Dio non è un’idea filosofica, ma è l’Amore che ha scelto di farsi uomo per esserci vicino e farci felici della sua stessa felicità.
Chi contempla e comincia a comprendere il significato del Natale si sente afferrare da un grande stupore, da una immensa gratitudine, da una gioia indicibile.
E cresce nel cuore una incrollabile fiducia: «Io non posso temere un Dio che per me si è fatto così piccolo. Io lo amo, perché Egli non è che amore e misericordia» (S. Teresa di Gesù Bambino).
Che meraviglia essere uomo, se il Figlio di Dio ha scelto di diventare uomo! A Natale non celebriamo soltanto la nascita di Gesù. Natale è anche la festa della nostra nascita, la festa della nascita dell’uomo. È la scoperta nuova di quanto valga ogni uomo. Se Dio si è fatto bambino, non si può far soffrire o lasciar soffrire un uomo, chiunque egli sia, senza colpire direttamente il Figlio di Dio, divenuto nostro fratello, il primo fratello. Ogni uomo è mio fratello.
Natale, allora, contesta ogni scelta, ogni abitudine e comportamento, ogni stile di vita non improntati alla solidarietà e all’attenzione concreta verso chi soffre, verso i poveri, gli ultimi con i quali Egli si è identificato. Da quando con l’incarnazione il Figlio di Dio si è legato ad ogni uomo e ha legato ogni uomo a sé, l’amore concreto donato a chiunque è realmente donato a Lui.
Chiediamo al Signore che questa sua nascita nella carne, nella storia, spezzi le nostre durezze e ci faccia aprire il cuore ad ogni necessità che vediamo, che incontriamo.
Lasciamoci allora investire dalla passione di Dio per l’uomo. Questa è la chiave per trasformare la vita sociale, “per rendere più umano il cammino dell’uomo sulla terra”, per diventare costruttori di una storia nuova, artefici della “civiltà dell’amore”.
La passione per Cristo diventi passione per l’uomo. Divenire più uomini a immagine dell’uomo Gesù, solidale, fratello di tutti, è il compito del credente.