Il testamento spirituale di Mons. Negri

Ieri, vigilia della Solennità della Madre di Dio, è morto mons Luigi Negri, vescovo emerito delle Diocesi di San Marino-Montefeltro prima e di Ferrara poi.
Il suo ultimo pensiero rivolto alla comunità, nel 2019, ha il sapore di un testamento spirituale .

Occhi azzurrissimi, penetranti. Il primo incontro che ebbi con lui, a tu per tu, fu nel 2004. Lo invitammo a Roma a tenere una lezione sulla Rivoluzione Francese per le novizie della Federazione italiana delle Adoratrici Perpetue. Fu una lectio magistralis e, pur conoscendo pochissimo la nostra fondatrice, seppe incastonarla nella sua epoca con poche precise e intense parole.
Mai avrei immaginato che di lì a breve sarebbe diventato il mio vescovo. La mia comunità gli deve molto per l’aiuto fattivo che seppe darci in momenti difficili, scommettendo su di noi quando, forse, pochi lo avrebbero fatto. Seppe anche darci delle indicazioni sul carisma, valide ancora oggi. Parole intramontabili.
La sua umanità non era certo perfetta, anzi, ricordo che ogni qualvolta lo dovevo incontrare mi sentivo un po’ in apprensione. La sensazione però passava immediatamente dopo due o tre battute di scambio. Per mons. Luigi Negri i saluti di accoglienza o di commiato erano difficili, ma non era difficile la capacità di comunicare le cose vere ed essenziali. La sua profondità di giudizio, la penetrazione dell’animo delle persone, si scontrava con una timidezza davvero grandissima che, talora, rendeva difficile i rapporti.
Con “i suoi” era spesso pungente, ma sapeva esserci nel momento del bisogno. Con gli altri appariva schivo, ma in realtà nulla gli sfuggiva e il giudizio su cose e persone era sempre centratissimo. Non mi ha sorpreso che il Signore l’abbia preso con sé in un giorno dedicato a Maria Santissima: il suo amore per la Madonna era totale e, nel suo linguaggio scabro ed essenziale, sorprendeva la tenerezza con la quale parlava di lei.
Lo abbiamo incontrato l’ultima volta il 31 agosto 2019, già segnato dal declino ci ha lasciato il suo testamento spirituale in queste semplici ma profondissime parole: «La certezza della fede spalanchi la vostra vita agli uomini e al mondo; dia alla vostra vita la pregnanza della missione perché tutto ciò che non è missione è inutile e si disperde. L’orrore della vita non è l’incoerenza morale, l’orrore della vita è mettere la fede come bene negoziabile, invece la fede è l’unico grande valore che non può essere negoziato per nulla e con nessuno: questo avete ricevuto dalla tradizione cui appartenente, questo ricevete dalla storia prossima cui appartenente, la fedeltà a questo coincide con la fedeltà a Dio. Siate Liete!»

Caro don Luigi (così ti chiamavano tutti), non saremmo, dove siamo senza la tua guida preziosa. Quando stavi per lasciare la diocesi, ci hai detto: «Cercherò di lasciarvi in buone mani». Hai mantenuto la promessa, in don Andrea, abbiamo trovato un altro padre.
Grazie don Luigi, che il Signore ti accolga nella sua pace. E ora che vedi ancora più chiaramente la dura lotta della Chiesa nel mondo ostile: non dimenticarti di noi.