Il valore assoluto
Dai ricordi di Massimiliano, fratello di suor Maria Gloria, il valore assoluto dell'essere uniti nell'amore dei vivi e dei defunti, con la certezza serena di chi confida nell'eternità.- Autore:
Tutte le mattine di Natale e tutte le mattine di Pasqua, se volevi incontrarci, ci trovavi al cimitero cittadino. Per me e mio fratello è stato un appuntamento fisso per anni. Da quando eravamo piccoli fino a non molto tempo fa, finita la messa, mio padre ci portava là a trovare i nonni. Ricordo perfettamente, come se guardassi un film in bianco e nero, noi tre insieme mentre camminiamo lungo i vialetti del cimitero. Mio padre al centro, io e Teo al suo fianco. Mio padre ha sempre avuto un profondo rispetto per la memoria di chi non c'è più. Venire a onorare chi l'ha accompagnato per tutta una vita è per lui un valore assoluto. Un valore da coltivare, condividere e trasmettere. E la cosa che più mi sorprende ripensando a quei momenti è lo spirito con cui mio padre entrava con noi in cimitero. Mai triste, mai con quella mesta aria di sofferenza e dolore che l'iconografia del visitatore di cimitero prevede. Lui lo faceva col sorriso e la gioia di chi va' a trovare un parente a casa in un giorno di festa. E nel camminare ogni tanto si fermava davanti a qualche tomba. Si faceva il segno della croce e....."... ragazzi questo era un mio amico. Da giovani ne abbiamo fatte di tutti i colori..." e partiva col racconto dell'aneddoto di quella volta che l'hanno combinata grossa. Altri quattro passi e... "Questo signore faceva il medico. Lo conoscevo molto bene. Una brava persona. Qualche volta siamo andati allo stadio insieme." Per tanti volti nelle fotografie sui monumenti aveva un ricordo. È a me sembrava che conoscesse tutti e per tutti aveva ricordi e parole di rispetto. La sua storia, il suo vissuto e le sue memorie era come se in quel luogo fossero state cristallizzate per rimanere eterne. Arrivati alla tomba dei nonni mio padre tirava fuori straccio e scopetta e insieme pulivamo la tomba dagli aghi di pino. Un atto d'amore verso i suoi genitori e forse un modo per mio padre di restituire loro una parte di premure, attenzioni e affetto ricevuti in vita.
Questa sua maniera di fare visita ai defunti me l'ha trasmessa. Quando entro in cimitero mi pervade un senso di pace e serenità. So che lì posso parlare e salutare chi mi ha accompagnato per tutta la vita. E i miei occhi non vedono le sbiadite foto di persone defunte ma storie di persone con colori ancora vividi. Persone che vivranno in eterno nel mio cuore.
Adesso sono anni che non andiamo più insieme. Il matrimonio e i figli mi hanno portato in dote nuove abitudini. L'abitudine di una visita in cimitero però, quella no, non l'ho persa. Tutte le domeniche mattina durante le mie camminate, il passaggio in cimitero è diventato un appuntamento che aspetto tutta la settimana.
E mentre sto scrivendo ho giurato a me stesso che quest'anno, la mattina di Natale, insieme ai miei figli, voglio andare in cimitero con mio fratello e mio padre, in un giorno che per noi, che siamo cattolici, rappresenta il giorno della nascita e della vita. Così da riunire ancora una volta la mia famiglia. Il mio valore assoluto.
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