Omaggio a Harry Belafonte

25 aprile 2023: muore Harry Belafonte. Questa manciata di ricordi vuole essere un Grazie! Grazie a Harry, a mio Padre e a una generazione che ci ha fatto capaci di gustare la bellezza nella semplicità dei gesti, della musica, della vita.

«Day-o, day-o is a day-o» gridava improvvisamente mio padre, in macchina mentre guidava. Dovevamo essere pronti, io e i miei due fratelli, a continuare: «Daylight come and we want go home» Passava così, velocemente, il tempo del viaggio che ci portava in vacanza.

Harry Belafonte era uno di casa. La sua voce, le sue musiche hanno fatto parte della nostra infanzia, delle nostre estati, dei nostri giochi. Tutto a causa della sorprendente somiglianza di nostro padre con lui. Nel 1958, quando mio padre aveva 28 anni e si trovava in Spagna, in viaggio di nozze con mia madre, furono in molti a Barcellona a fermarlo, a chiedergli l’autografo, credendolo Harry Belafonte. E l’equivoco era giustificato: c’era una somiglianza tra loro, non solo fisica ma anche di spirito! L’inconfondibile sorriso aperto e franco - tanto di Harry che di mio padre- aveva la capacità di trasmettere quell’indomito coraggio, quella capacità di reinventare la vita a dispetto dei cambiamenti, delle mode, delle difficoltà, che ancora oggi li caratterizza.
Dico ancora oggi perché non riesco a credere che Harry sia morto. Non ho il coraggio di prendere il cellulare e informare mio padre, che oggi ha 93 anni, della morte di Belafonte. Mi sembra di infliggergli un altro dispiacere, un altro lutto dopo quello di nostra madre nel 2019.

I temi delle canzoni di Belafonte, non distanti dai temi dei libri di Heminguay tanto cari a mio padre e a tutti noi, ci hanno educato. Ci hanno reso capaci di apprezzare le vecchie tradizioni, i dialetti, quelle realtà che hanno fatto la storia ma che improvvisamente si trovano fuori passo con i tempi. Demodè

Una delle mie canzoni preferite era Mama Look A Boo Boo interpretata stupendamente e simpaticamente da Belafonte con Nat King Cole. Un canto ascoltato per caso da Belafonte, nelle Indie occidentali durante le riprese di "L'isola nel sole". L’ha ascoltato e l’ha fatto suo in una versione che ha conquistato il mondo.

Riguardo quei video, ascolto quella musica che ha edificato generazioni e generazioni e vorrei che tutti potessero sperimentare quello che accade in me. In quelle melodie che hanno fatto crescere i miei fratelli e me c’è molto di più del ritmo e della musica: c’è il sapore di una generazione capace di creare bellezza con poco. Anzi con niente: due legnetti, il ritmo e la povertà della voce.
Potessimo noi avere quella forza, noi che oggi abbiamo tutto, ma che forse manchiamo di quel gusto capace di creare con nulla, anzi, meglio, con l’intelligenza del cuore.

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