Uno sguardo diverso sulla realtà
In un tempo di difficoltà, a causa del coronavirus, i nostri ragazzi di IGAM ci offrono riflessioni e brandelli di vita ricchi di senso. Erica ce li racconta.- Autore:

In questo tempo così “anormale” possiamo scegliere chi essere e cosa pensare. Le circostanze quotidiane (anche buone) che si vivono normalmente come l’andare a scuola, all’università e al lavoro ci impongono di essere qualcuno, di pesare cose, di fare azioni.
In questo tempo “sacro” in cui ci è data la grazia di poter decidere chi essere, cosa pensare e in parte anche cosa fare, vorrei condividere con voi alcuni pensieri che alcuni ragazzi di IGAM mi hanno inviato in questi giorni.
Sapere cogliere la bellezza, avere uno sguardo rinnovato sulla realtà, guardare con la Fede, non sentirsi soli e abbandonati... questo è quello che c’è nei loro cuori!
Una ragazza:
La Messa tutti i giorni manca davvero tanto qui, però almeno poterla guardare on-Line ha un suo perché, quanto meno dà una bella direzione alla giornata.
È un periodo che sto bene, è un periodo di serenità e ne sono molto grata al Signore perché non è per niente scontata
Poi tu sai bene quanto avessi bisogno di tempo disteso e di riposo e seppur nella drammaticità del momento per ora lo sto vivendo molto nella pace.
Poi non mi lamento, a casa non ci sto mica male, anzi...
Si riscopre una quotidianità molto diversa, ma molto bella e poi mi obbliga a stare tanto da sola ma non mi pesa, anzi mi aiuta a dialogare con Lui.
Poi dopo mesi in cui c’è a casa il papà ora c’è anche la mamma e anche questa cosa ha un suo valore.
Una ragazza:
Poco fa ero fuori dalla porta di casa e stavo per entrare, poi mi sono fermata. Per la prima volta penso da quando sono nata ho sentito silenzio, mi guardavo intorno e vedevo proprio questo silenzio. Le strade vuote e qualche luce accesa nelle case qui a fianco.. e mi sono sentita davvero felice. Sono felice perché in questo momento di estrema emergenza mondiale che coincide (non credo sia un caso) con la quaresima, ognuno ha il tempo di fermarsi per pensare a sè stesso ma soprattutto agli altri e a ciò che davvero è importante. Quindi nella disgrazia allo stesso tempo una grazia enorme di cui penso tutto il mondo in questo momento storico avesse bisogno, certo speravo non ci fosse bisogno di una epidemia o di una pandemia per farlo. Ma la prendiamo anche così...
Quello che mi da gioia è vedere che si lotta per la vita e che si fa di tutto per difenderla, quando invece la gente ha voluto trattarla fino a due mesi fa come cosa di poco conto, come una cosa arbitraria.. sono contenta perché con questo silenzio, proprio come facciamo noi agli incontri, tutto il mondo è obbligato a fermarsi e a rivalutare cosa sia davvero fondamentale e lasciare da parte il resto, che nonostante questo faccia soffrire molto tutti penso fosse necessario per ricentrarci..
Ne ho parlato con Giachi prima ma volevo condividerlo anche con te e ringraziarti che ci dai la possibilità di fermarci e pensare ogni settimana, e per permetterci di conoscere sempre di più Gesù
Un ragazzo:
La situazione è abbastanza pesante, sono tranquillo ma non troppo e stare in casa è un sacrificio grande (per me poi...)
Spero arrivi presto il giorno in cui si potrà tornare a vedersi, abbracciarsi, guardarsi negli occhi quando si parla..
Accetto tutto e lo offro, non posso fare altrimenti
Se Cristo ha sopportato la croce per me io posso sopportare questo per il mio futuro.
Una ragazza:
La messa di oggi è stata una grazia, ho quasi paura a dirlo, ma ha riacceso la “ luce “ dopo tanto, tanto tempo nelle tenebre.
Non riuscivo più a venirne fuori, capivo che non ero in grazia di Dio, ma ero completamente al buio e non riuscivo a trovare l’interruttore per accendere la luce.
Non è successo niente in particolare, ma fino a ieri mi sembra di avere la morte dentro ( Forse è un espressione forte ma non saprei come rappresentarla diversamente), ora non ce più, adesso c’è pace.
Una ragazza:
Oggi è stata una giornata un po’ particolare, molto tesa. Non è facile stare a casa così tanto tempo. I professori stanno facendo quello che possono e io li apprezzo molto, tra l’altro si sente molto quanto sia diverso non vedere i compagni e non avere un’istruzione viva. Ma a parte questo è come essere connessi in continuazione, ci scrivono a ogni ora del giorno su tantissime piattaforme e mezzi diversi... cioè, sono a casa da sola ma è come se non ci fosse mai silenzio.
Ma c’è Gesù, che c’è sempre.
Pregare con Lui fa sempre stare bene, noi e anche quelli che ci dice di guardare. Forse mi serve uno spazio per i miei compagni di classe, che è davvero strano non vedere tutti i giorni. Poi ce n’è tanto per Igam(in senso lato, aperto) perché la santità è una cosa molto bella da custodire l’uno per l’altro e mi sta piacendo molto viverla per qualcuno in particolare ma sempre per tutti perché ogni vita ne chiama altre a sua volta. Va beh, ma queste cose le sai già...
Una ragazza:
Durante l'omelia mi sono chiesta - in questa situazione di impotenza disarmante - cosa farebbe Gesù se fosse qui ora accanto a me, con me? E prima ancora di concludere la domanda ho proprio sentito un _pregherei_
Sono giorni che dico che è una grande prova per tutti, ma non sapevo che tipo di prova! Ecco allora che Madre Teresa ha la risposta per me: una prova di umiltà, in cui ciascuno di noi deve fare un bagno di umiliazione e mondarsi dal senso di onnipotenza e rendersi conto che non si è nulla e non si ha nulla.
Grazie Eri per questo momento di grazia!
Ora comprendo le parole di quella sera "in qualsiasi momento un Monastero apre le sue porte al bisogno di noi che siamo al di fuori in questo mondo!"
Un ragazzo:
Stiamo diventando sale insipido!
Ricorderò per tutta la vita il pugno nello stomaco provocato dalle parole del nono giorno della Novena alla Divina Misericordia:
«Oggi conduciMi le anime tiepide ed immergile nell’abisso della Mia misericordia. Queste anime feriscono il Mio cuore nel modo più doloroso. «La Mia anima nell’Orto degli Ulivi ha provato la più grande ripugnanza per un’anima tiepida. Sono state loro la causa per cui ho detto: – Padre, allontana da me questo calice, se questa è la Tua volontà. Per loro, ricorrere alla Mia misericordia costituisce l’ultima tavola di salvezza».
Questo virus ha messo in piena luce tutte le nostre miserie e sono contento di questo, solo così il Signore può curare le nostre ferite!
Vorrei davvero ringraziare il Signore per questi doni! Per queste vite vissute, per queste testimonianze viventi.
Grazie Signore perché ci sei, perché operi, perché ti fai sentire, perché rinnovi lo sguardo, perché non abbandoni chi ti sceglie!