Il serpente sulla croce

Un serpente sulla croce? Al posto di Gesù? No, un antico simbolo cristiano che affonda le sue radici addirittura nel biblico Mosè. Ecco spiegato questo bell'affresco presente nella Diocesi di Padova.

Siamo alle solite! Perché Noè, con tutti gli animali a disposizione deve salvare anche il serpente? Questo rettile non ha una storia simpatica. Ricordate che cosa è accaduto ad Adamo ed Eva quando vivevano in paradiso? Proprio un serpente, ingannandoli, ha fatto sì che disobbedissero a Dio e fossero scacciati dal giardino. Se Noè li avesse lasciati perire nel diluvio oggi staremmo più tranquilli! E invece no: anche il serpente, come il coccodrillo, non è soltanto simbolo della malvagità o del demonio, il serpente racchiude altri significati importanti. L’immagine che vedete è un serpente sulla croce. Di immagini simili ne possiamo trovare molte nelle chiese, addirittura anche statue raffiguranti la croce con appeso un serpente. Perché? È presto detto. Gesù una notte, mentre era in giardino, ricevette una strana visita. Venne da lui, Nicodemo, persona influente e capo tra gli ebrei. Gesù piaceva molto a Nicodemo perciò volle domandargli se fosse proprio lui il Messia e quando si sarebbe rivelato. Gesù dette una risposta difficile da capire. Disse così:«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così quando io sarò elevato da terra attirerò tutti a me». Al tempo di Mosè, il popolo ebraico, mentre fuggiva dall’Egitto dirigendosi verso la terra promessa, fu morso da serpenti volanti e infuocati. Molte persone morivano ed era difficile proteggersi, proprio come oggi avviene con il COVID. Dio allora disse a Mosè: «Fatti un serpente di rame (rame perché rosso come il fuoco dei serpenti velenosi) mettilo su un asta, chi guarderà il serpente sarà salvato dal veleno». La scena è un rimando a ciò che accadde con Gesù: il peccato con i suoi morsi non ci permette di giungere alla terra promessa del Paradiso, ma ecco che Gesù, innalzato sulla croce, morendo per noi, sconfigge la morte e, con la sua risurrezione, ci apre il Paradiso chiuso a causa di Adamo ed Eva. Insomma c’è serpente e serpente! Un conto è il Maligno, dipinto spesso come una serpe, e un conto è Gesù che, simile a un serpente innalzato sulla croce, ci salva. Ecco spiegato il disegno che ora vedete. Ma non è tutto, sopra la croce vediamo anche un’ostia. Un’antica usanza raccomandava, per essere guariti dal morso di questo rettile, di cibarsi della teriaca, ossia la carne dei serpenti triturata col veleno. Così, anche in questo caso, il serpente è simbolo di Gesù che ci dà la sua carne, l’Eucaristia, per guarire dai morsi del maligno e portaci con sé in Cielo.
Ora fate un esercizio: guardate le insegne delle farmacie. A volte si trovano due serpenti su asta, a volte uno solo. Per alcuni sono simboli mitologici, ma quando trovate un serpente solo, potete star certi: si tratta del serpente di Mosè per mezzo del quale tutto il popolo si salva.