Dal deserto al banchetto della speranza

L'itinerario quaresimale di ciascuno di noi verso la propria personale Pasqua

La quaresima inizia con Gesù nel deserto per quaranta giorni, dopo il battesimo, e culmina con l’ultimo banchetto del Salvatore dove offre sé stesso, il suo corpo e il suo sangue, come cibo per la nostra salvezza eterna.
A ben vedere questo itinerario, dalla quaresima alla Pasqua, è l’itinerario di ognuno di noi. Non di rado nella vita si attraversa il deserto dove si sperimentano le proprie debolezze e quelle altrui, si soffre la sete di affetto, di comprensione e si desidera di giungere a un’oasi di pace. In questo itinerario siamo sorretti da un cibo solido, l’Eucaristia e da un cibo spirituale, la Parola sulla quale l’Eucaristia si fonda. Ed è così, di Pasqua in Pasqua, che giungiamo passo dopo passo, alla nostra personale Pasqua, quella eterna. Allora vedremo tutto sotto un’altra luce.
La grande speranza cui la Chiesa ci accompagna è quella di cominciare fin d’ora a leggere la storia sotto questa luce, quella dell’eternità.
Una miniatura stupenda, presa da un codice miniato francese risalente alla fine del XII secolo, racconta proprio questa speranza. La tavola dell’ultima cena è semicircolare, segno di questa vita che tende al cerchio, cioè all’eternità, ma che ancora non vi giunge a causa del peccato e della morte.
Gli apostoli, cinque da un lato e cinque dall’altro, non hanno tutti l’aureola e anche chi ce l’ha la possiede con colori diversi. Questo ci fa comprendere che la fede non è scontata e che il loro stare con Gesù fu condizione fortunata per credere più facilmente. I due apostoli mancanti sono, infatti, Giovanni e Giuda. Il primo Discepolo amato, il secondo discepolo traditore. Il primo riposa tranquillo nonostante l’ora drammatica. Il secondo, benché guardi verso Gesù, sembra scivolare inesorabilmente fuori dalla miniatura proprio a causa del suo tradimento. Gesù si eleva sopra tutti e sopra tutto e innalza, richiamando la nostra attenzione, il pane e il calice. Egli ci indica la via, il cammino. «Sì – sembra dire Gesù- nell’orizzonte del mondo ancora si elevano croci, di ogni genere, piccole e grandi, ma Io ho vinto il mondo. Questo pane, che è il pane della Parola cioè di me che sono il Verbo di Dio, e questo calice, che è il Sangue della nuova ed eterna alleanza, non vi abbandoneranno mai».
Giovanni e Giuda sono dentro lo stesso asse verticale, custoditi dallo sguardo del Redentore. Anche per il traditore è aperta la salvezza, ma c’è bisogno della sua libertà. Colui che ti ha fatto senza di te, dice sant’Agostino, non ti salva senza di te. Il tempo di quaresima dunque ci educa ad accettare la Salvezza che viene dal Signore, attraverso le vicende dolorose della vita. Ci educa a cambiare lo sguardo, a consegnare totalmente la nostra libertà a Gesù, perché, fin d’ora, nelle tracce dolorose del mondo si possano trovare le orme della speranza.