A Copenaghen esplode la bellezza

Nella quotidianità di un giorno come un altro i viaggiatori della Metro di Copenaghen si sono illuminati di gioia e di stupore al suono delle note note del Mattino di Edward Grieg. Il trionfo della bellezza sulle nostre chiusure quotidiane.
Autore:
Monache dell'Adorazione Eucaristica
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Era un giorno qualunque a Copenaghen il 5 maggio scorso. Un giorno come gli altri nella metropolitana della città: studentesse in attesa del loro treno con il cellulare all’orecchio; impiegati immersi nei loro pensieri; donne che già ipotizzavano la loro laboriosa giornata;
giovani studenti che affrontavano il viaggio verso la scuola con il walkman e poi extracomunitari, donne mussulmane avvolte nel chador, piccoli e grandi, lattanti e anziani. Una folla variopinta come se ne trova ovunque, tutti i giorni. Ma come ogni giorno, ed è ciò che conta, tutti erano tristi, chiusi nel loro piccolo mondo. Isole che si sfiorano, diffidenti e guardinghi, oppure distratti e stanchi, ma pur sempre isolati.

Era così anche quel 5 maggio, sennonché accadde l’imprevisto. Mentre le porte della metro si chiudevano inghiottendo la consueta porzione di folla e tutti in carrozza cercavano di sistemarsi alla meglio per affrontare il viaggio, un suono, un flebile e dolce suono, invade l’aria. All’inizio questo provoca un leggero imbarazzo. Una donna getta un’occhiata furtiva, curiosa, senza però dar troppo a vedere. Un uomo tende l’orecchio ma non osa neppure girarsi: sarà qualche straniero in cerca di denaro, qualche extracomunitario che sfoggia la sua bravura sfoderando poi il classico cappello per l’elemosina.
Ma al primo strumento se ne aggiunge un altro e la musica invade l’aria. Non è una musica qualunque, è una musica nota in patria, quella di un norvegese: Edward Grieg che ha composto per un altro norvegese, Henrik Ibsen, le musiche di scena del poema drammatico Peer Gynt. Sì, è il famoso «Mattino», divenuto notissimo anche in Italia per la pubblicità dell’olio Sasso.
Le note fluide del flauto traverso si fondono con la voce più sorda del sax, ma a questo duo si unisce il coro dei violini e il vagone della metro si trasforma in una sala concerto. Impercettibilmente tutto cambia: i visi si distendono, le labbra dischiudono sorrisi; la donna dall’occhiata furtiva ora ha le lacrime agli occhi; gli studenti si tolgono le cuffie e ascoltano divertiti, le ragazze s’illuminano di gioia. E la strada di ogni giorno si fa bella e nuova.
Non sono extracomunitari in cerca di denaro, sono i giovani musicisti dell’Orchestra Filarmonica di Copenaghen che, con la collaborazione dell’agenzia di comunicazione danese Makropol, ha realizzato uno stupefacente flashmob.

Così in un mattino qualunque tutti sperimentano la potenza della bellezza. La potenza della musica che trascina il cuore verso l’alto, rompe le barriere culturali, religiose e razziali. La musica apre alla vita, predispone alla gioia, la bellezza è sempre l’umile via alla pace.
Ci vorrebbero più suonatori di strada. Ci vorrebbero più persone che, rompendo gli schemi sappiano seminare gesti di bellezza, gratuita. Assoluta.
Questa Bellezza ci salverà. Ci salva già qui in questo mondo dai visi imbronciati, dai cuori induriti, dagli sguardi sospettosi. Ma ci salverà anche dalle prospettive brevi di una vita che cessa col respiro. No: una simile bellezza può nascere solo dal respiro grande dell’eternità. Chi ha pensato un’armonia di suoni così, sempre giovane, capace di elevare in alto qualunque generazione non può essere coniugato con ciò che è perituro, angusto, breve, cattivo.
La bellezza non finirà e chi si lascia sorprendere il cuore da questa Bellezza, benché non lo sappia, anela all’eternità.



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