Schumann: Introduzione

Il «romantico» incompreso
Autore:
Abis, Luigi
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Il mondo della musica classica nel 2010 ha festeggiato il bicentenario di due geni del romanticismo, Fryderyk Chopin e Robert Schumann, nati entrambi nel 1810.
La definizione di romantico si attaglia perfettamente a Schumann che si è ispirato, e ha a sua volta ispirato, questo movimento in tutti gli aspetti della sua personalità e della sua esistenza.
All’atteggiamento razionale, pratico e borghese dell’illuminismo imperante, Schumann contrappone la sensibilità, la passione dei propri sentimenti come motore dell’agire e del pensare umano. Concepisce l’arte musicale e letteraria come una missione etica, diffusa anche attraverso la rivista musicale da lui fondata, che lo impegna a promuovere la rimozione degli ostacoli formali che impediscono all’artista di esprimere sinceramente, senza pudori razionalistici, le profonde lacerazioni, i dolori, ma anche le gioie che attraversano l’individuo nel corso della sua esistenza quotidiana. La sua ispirazione musicale trae alimento dalla letteratura romantica di Goethe, Hoffmann, Byron e soprattutto di Jean Paul Richter, dalla sua passione totale e incrollabile per la moglie Clara e dall’amore per la natura.
Nella contemplazione di questa vede, da buon romantico, un’apertura verso l’infinito, dove le contraddizioni interne si dissolvono, dando luogo alla vera felicità. Poco compreso dai suoi contemporanei, conclude la sua esistenza come un eroe romantico, annegando nel sogno visionario e nella follia.

Fantasiestücke opus 12 n°1, n°2, n°3, n°4 - Jean-François Dichamp