La Divina Pastora
Siamo affezionate alla Divina Pastora. È un’immagine mariana poco conosciuta ma a noi cara perché unisce tanti fili della nostra storia. Origine
Tutto ha origine in Spagna e precisamente a Siviglia nel 1703, quando padre Isidoro, cappuccino e oggi santo, ebbe una visione. Egli vide la Madonna seduta all’ombra di un albero frondoso, sotto al manto azzurro indossava un corpetto di pelo, aveva accanto a se un bastone e portava un cappello a tesa larga da pastorella. Le pecorelle che la circondavano erano legate a lei da fili invisibili e ciascuna teneva in bocca una rosa. Nell’aria si librava san Michele che andava in aiuto ad una pecora che, essendosi allontanata dal gregge, stava per essere azzannata da un lupo. Dal belato sembrò uscire distintamente il grido dell’Ave Maria e prontamente l’Arcangelo San Michele intervenne e la Vergine Pastora già teneva in mano una rosa per avvicinare a sé anche quella pecorella smarrita.
La visione si inserisce sicuramente entro quella devozione del Santo Rosario presente nella Chiesa da secoli e intensificatosi nel XVI secolo quando si iniziò a chiedere a gran voce la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione. Tuttavia le radici di questa iconografia sono antiche.
Sant’Andrea di Creta (650-740) invocava Maria come l’Immacolata Vergine da cui è nato il grande Pastore e Agnello o, ancora san Giovanni Damasceno (676-749), strenuo difensore delle Immagini, la riconosceva come Madre di Cristo Pastore. Ma prima ancora di questi c’è la testimonianza del Vangelo. Se Cristo, il Buon Pastore va in cerca della pecorella smarrita, se Egli si pone a custodia del gregge contro lupi e mercenari, tanto più sarà imitato in questo dalla sua Vergine Madre.
Sviluppo
Di fatto nella parrocchia di Macarena, vicina a San Gil, dove viveva Sant’Isidoro iniziò proprio in quel 1703 una processione, con la croce e la bandiera dell’Immacolata, senza precedenti. A Siviglia non s’era mai visto un corteo del genere, la folla era entusiasta e le preghiere salivano al cielo gonfie di fede e di gratitudine. Padre Isidoro rimase così sorpreso della partecipazione del popolo che la notte stessa ebbe l’intuizione di dar corpo e forma a ciò che aveva visto. Si rivolse a uno dei più migliori discepoli del Murillo, Miguel Alonso de Tovar e, dopo avergli descritto nel dettaglio quanto aveva visto lasciò che l’artista realizzasse un dipinto della Vergine Pastorella. L’8 settembre successivo durante la festa della Natività della Vergine il dipinto fu portato in processione e, quindi, mostrato a tutto il popolo. Si era in un tempo di forte contrapposizione alla devozione mariana e non solo da parte di anticlericale ma anche all’interno della Chiesa, dove alcune frange di certo giansenismo radicale, temevano che il culto della Vergine potesse oscurare il primato di Cristo. La devozione alla Divina Pastora promossa da sant’Isidoro fu la risposta spontanea del sensus fidei del popolo di Dio, si diffuse a macchia d’olio: spagna, Portogallo, America Latina, ma anche in Europa e in particolare in Italia.
La festa liturgica
Il 1 agosto del 1795 Pio VI approvò la Messa e la liturgia delle Ore e stabilì che i cappuccini spagnoli celebrassero la sua festa nella seconda domenica di Pasqua di ogni anno. In realtà poi la diffusione della devozione alla divina Pastora, fu tale e tanta che non c’è un vero e proprio giorno a lei assegnato, ma ogni luogo conserva le proprie tradizioni in merito. Certo la data più accreditata è il 14 di gennaio a motivo del più grande santuario dedicato alla Divina Pastora a Barquisimeto in Venezuela. Qui si venera un’immagine miracolosa della Vergine Pastora che salvò la popolazione da una epidemia. Per questo ogni 14 gennaio si snoda una grande processione in cui la venerata immagine viene portata da Santa Rosa fino a Barquisimeto, capitale dello stato Lara.
Vi sono santuari anche in Italia uno di questi è sito in Località La Seva a Caprese, paese natale di Michelangelo (AR), un altro è a Piminoro (Reggio Calabria) dove invece viene festeggiata nel secondo sabato di luglio.
La Divina Pastora e le Adoratrici
Le Adoratrici hanno una particolare affezione alla Divina Pastora perché la tradizione vuole che apparisse anche a Madre Giuseppa dei Sacri Cuori, compagna di fondazione, con suor Maria Anna delle Sante Piaghe, di Madre Maria Maddalena dell’Incarnazione. Madre Giuseppa, favorita -come la fondatrice - di grandi doni mistici ebbe una visione in tutto simile a quella di padre Isidoro con due particolarità: accanto alla Madonna, sotto il grande albero, vide San Giuseppe, che coadiuvava l’opera di recupero delle pecorelle. Queste ultime,poi, non erano legate alla Vergine da fili, ma da catene. Le stesse che le adoratrici portano al collo per significare la consacrazione a Maria, secondo il trattato di Luigi Maria Grignion de Montfort, che esse fanno dopo la Prima Professione religiosa.
Noi monache Adoratrici siamo dunque particolarmente care a Dio per averci messe in uno dei primi Conventi dell’esperienza cappuccina. Non abbiamo trovato qui ad attenderci una effige della Divina Pastora ma, dopo un anno dal nostro arrivo in questo stabile, un sacerdote della Diocesi ci regalò un Gesù Bambino di cera con l’iconografia del Divino Pastore, in tutto simile alla visione di padre Isidoro. Fu un altro segno della provvidenza che ci ha radicate sempre più nella storia della Chiesa e dell’Ordine delle Adoratrici.
Ecco una bella preghiera da rivolgere alla Vergine:
Oh Divina Pastora delle anime,
Madre dei buoni avventurieri,
tu che sempre ti sei preoccupata per noi,
tu che sei la nostra salvezza,
che ci hai cullati, curandoci con una protezione materna.
Tu che ci hai dato forza e coraggio nella tristezza,
che ci dai speranza nei dolori e nelle desolazioni con dolcezza e comprensione.
Maria, madre amorosa e conciliatrice, nostra Vergine pura,
tu puoi tutto: intercedi per noi con Gesù Cristo tuo figlio, il Buon Pastore
e concedici i favori che ora chiediamo con fede e umiltà di cuore
(richiedere quello che desideri)
Maria, Divina Pastora, che le tue mani di Madre guidino e orientino
i nostri passi nel difficile cammino della vita.
Dacci forza nelle nostre stanchezze e miserie,
aiutaci nei nostri problemi e nelle necessità,
liberaci dal male e dal nemico che possiamo incontrare,
e fai che aborriamo l’invidia e l’odio.
Divina pastora, Vergine Santa,
che con il tuo aiuto possiamo vivere con fede, speranza e amore,
che bruci nei nostri cuori la virtù della carità con i nostri fratelli, gli uomini.
Amen