Maria ci aiuti a ritrovare le nostre radici
Le radici di Gesù e del suo popolo si inscrivono nelle toledoth, ovvero nella Genealogia. Lo testimoniano Matteo e Luca che iniziano il loro Vangelo con l’elenco degli antenati di Gesù.Sieger Köder riassume l’albero genealogico di Cristo in pochi mirabili tratti.

Una delle cause dello smarrimento dell’uomo post-contemporaneo è la perdita delle radici. Spesso non si fa memoria di chi ci ha preceduto, non si tramandano più nomi e mestieri, com’era d’obbligo un tempo, così l’uomo si trova smarrito, reciso dalle sue radici. Eppure, come afferma il grande Huns von Balthassar, anche Cristo ha avuto bisogno di radici, di una piattaforma perché tutto il suo popolo potesse svilupparsi e camminare. Le radici di Gesù e del suo popolo si inscrivono nelle toledoth, ovvero nella Genealogia. Lo testimoniano Matteo e Luca che iniziano il loro Vangelo con l’elenco degli antenati di Gesù. Sono proprio costoro che nella storia hanno accettato e difeso il patto di Alleanza fra Dio e il suo popolo in attesa dell’ultima alleanza, quella in Gesù, capace di sigillare e compiere tutte le altre.
Sieger Köder riassume l’albero genealogico di Cristo in pochi mirabili tratti: alla radice, Abramo, padre nella fede, il primo con cui Dio stabilì un’alleanza perenne e gratuita. Il patriarca ha le braccia spalancate dell’assenso, aperte in croce, esattamente come il piccolo Gesù, posto in cima all’albero. L’offerta che Abramo fece del figlio Isacco con la restituzione dello stesso da parte di Dio, fu segno potente della morte e della Risurrezione del Messia promesso. Accanto ad Abramo, a sinistra, ecco Giacobbe, addormentato mentre contempla in sogno una scala che unisce cielo e terra, sogno che fu la prima profezia dell’Incarnazione.
Sopra ad Abramo: Mosè con il quale Dio celebrò la Prima Pasqua della storia e stipulò sul Sinai il primo patto bilaterale con il suo popolo. Mosè ostende le tavole della legge tenendole in alto nella stessa direzione del Verbo Incarnato, legge e alleanza ultima e definitiva per chi voglia obbedire a Dio. Alla destra di Mosè: Davide, cui Dio promise appunto una discendenza e una casa stabile per sempre. Davide cantò la misericordia e la fedeltà di Dio nei Salmi per questo tiene fra le mani il salterio. Nei salmi sono contenute le profezie più suggestive sulla figura del Messia, la sua venuta, la sua Passione e la sua Risurrezione.
Questa prima sezione dell’albero di Köder presenta i tre personaggi vestiti di rosso, il colore dell’amore e dell’offerta. Colore e figure che dicono la natura del Messia: re, sacerdote e profeta. Re come profetizzato dalla tribù di Davide, cioè Giuda, sacerdote come fu prefigurato dalla tribù di Mosè, cioè Levi, profeta come fu detto di tutto Israele, che trovò in Giacobbe/Israele nome e discendenza.
Sopra Davide, seminascosto e orante, si vede san Giuseppe, piccolo e silenzioso, come appare nei Vangeli. È dalla sua umiltà, tuttavia, che passa la linfa dell’albero genealogico di Gesù. Giuseppe è della tribù di Giuda, discendente di Davide, a motivo di Giuseppe si realizzano in Gesù le profezie che volevano il Messia proveniente dalla tribù di giuda e dalla casa di Davide. Egli e Abramo vestono il verde della speranza. Dall’altro lato, vicino a Giacobbe, Köder dipinge il Battista con il dito puntato verso l’alto. Fu lui a proclamare il compimento di quella profezia che avrebbe unito il cuore dei padri a quello dei figli, e viceversa. Il Battista stesso si colloca a cerniera dei due testamenti essendo l’ultimo dei profeti dell’Antico Testamento e il primo dei discepoli del Signore nel Nuovo. Al culmine di tutto: Maria Vergine che ostende Gesù, l’atteso delle Genti. In lei si compiono le promesse fatte ai Padri: non una legge ci è stata data, ma un Figlio che ha messo nella nostra carne uno spirito eterno obbediente alla legge divina. È lei che fu promessa fin dall’inizio della Creazione, infatti veste l’azzurro del Mistero. Ella è al tempo stesso culmine e radice dell’albero della sapienza.

