Trittico di Mérode: L'annunciazione
Gesù è venuto per salvarci. La bellezza dei simboli del Trittico di Mérode continua a sorprenderci, mostrandoci un piccolissimo Gesù che entra nel grembo di Maria portando già la sua piccola croce.Il Trittico di Mérode, opera di Robert Campin, prende il nome dalla famiglia che la ospitava. I due coniugi sono ritratti nel pannello di destra della pala.
Non abbiamo la certezza circa la loro identità. Il Metropolitan Museum, dove risiede l'opera, identifica il committente con un ricco uomo d’affari del tempo, certo Jan Engelbrecht. Per altri era un mercante di stoffe di Colonia, prossimo alle nozze, Peter Inghelbrecht o Engelbrecht. Quel che rimane certo è il cognome: Engelbrecht che significa: breccia dell’Angelo. Da qui si comprende il tema del pannello centrale: la rappresentazione dell’Annunciazione nel momento in cui, l’angelo, vero protagonista della scena, irrompe nella stanza di Maria.
La casa di Maria è una casa di pietra, sontuosa e solare, a dispetto della bottega di san Giuseppe, piuttosto piccola, raffigurata nel terzo pannello. Il contrasto è voluto e serve anche per mitigare la novità dell’ambientazione scelta per la Vergine annunciata. Se si confronta quest’opera con altre dello stesso periodo si nota come si fosse soliti rappresentare gli eventi dell’Infanzia del Salvatore, specie l’Annunciazione, dentro Chiese o Cattedrali, quasi a sottolineare la sacralità degli eventi. Qui Campin, per primo, registra invece l’assoluta normalità della casa di Maria.
L'angelo che irrompe nella stanza reca la stola da diacono, egli è chiaramente inviato per un servizio divino. Il servizio è l'annuncio della maternità a questa singolarissima Vergine, ed è accuratamente rappresentato -come abbiamo visto- dagli oggetti in scena. In particolare quelli i colori dell'abito dell'angelo: la brocca, i gigli, il panno bianco appeso alla parete, delineano la natura di questa Vergine e di questo concepimento. L'arrivo dell'Angelo, che non sembra essere immediatamente notato da Maria, spegne la candela e fa girare repentinamente le pagine della,Sacra Scrittura posta sul tavolo. Quasi ad indicare il totale compimento delle profezie che si attua proprio nella salutazione angelica.
Le Scritture sono il luogo della contemplazione della Madonna che appare tutta intenta nella meditazione.
L'abito della Vergine è vistosamente rosso, l'unica macchia rossa così estesa di tutto il Trittico. Nella stanza di Nazaret, il rosso appare soltanto nel supporto a cui sta appeso il panno bianco alla parete e anche Maria regge la Parola tenendola, avvolta in un panno bianco. Si crea in questo modo un dialogo, fra quel panno che dice l'illibatezza di Maria e il supporto rosso che indica la carità di Dio che ha voluto questo per salvare l'uomo dai suoi peccati. In Maria l'opera della carità divina si compie, per questo è tutta rossa, e la sua purezza non è solo dovuta all'illibatezza del suo corpo bensì all'adesione devota e sincera alla parola di Dio. Un tempo quando si porgeva ad un sovrano un dono particolarmente pregiato si avvolgeva il dono in un panno per rispetto e del dono e del sovrano che lo riceveva. Allo stesso modo Maria avvolge la Parola è il dono più grande per lei e costituisce il mezzo del suo rapporto con l'Eterno.
Ma ora anche questo rapporto troverà compimento: il Verbo si farà carne in lei. La stella che videro i Magi risplende qui sul abito di Maria proprio in corrispondenza del suo grembo verginale.
Le due piccole finestre ovali non possono essere all'origine della luce che la invade, una luce che infiamma anche le ali dell'angelo Gabriele. Notiamo però che da una delle due finestrelle penetrano dei raggi di luce. Sono sette.
Ci accorgiamo forse solo ora che qui non c'è la classica colomba dello spirito Santo che coprì Maria con la sua ombra luminosa, qui ci sono soltanto sette raggi, ma dentro ai sette raggi una figurina.
Tutta la narrazione pittura dispiegata in mille particolari aveva qui il suo centro: questa piccola figura è il Cristo Bambino che a cavallo dei raggi dello Spirito penetra nel grembo di Maria. Il Bambino reca con sé la croce.
L'immagine non è così rara come si pensa, la troviamo anche in alcuni codici miniati, libri di preghiere che rileggevano i salmi alla luce dell'Incarnazione, come il Libro delle ore di Caterina Cleves (XV sec).
Ma anche in una curiosa immagine, una miniatura di Jean Mansel, che vuole rappresentare ogni concepimento come dono di Dio. I coniugi infatti colti nell'intimità della loro camera da letto, sanno ricevendo dall'Onnipotente il dono di una nuova creatura.