Una Madre in processione
Ci sono opere minori, di autori anonimi di collezioni private, che sorprendono per la loro bellezza e raccontano la devozione della nostra gente. Nei mesi estivi, quando le persone erano piu libere dal lavoro nei campi e il tempo era più favorevole, statue e dipinti mariani erano portati lungo le vie della città come benedizione per tutti.Portare processionalmente statue e simulacri è tradizione molto antica. Si diffuse però soprattutto nel XVII – XVIII secolo. Talora si trattava di vere e proprie portantine: grandi strutture processionali con colonne, festoni e ricche decorazioni. Altre volte, come nel caso di questo dipinto risalente proprio al XVIII secolo, erano semplici immagini o tele che simulavano le portantine stesse.
C’è qualcosa nello sguardo di questa Madonna del parto che rimanda all’antica Vergine dagli occhi grossi di Siena. Un rimando non già stilistico o iconografico (l’iconica Vergine senese del Maestro di Tressa è duecentesca) bensì religioso e devozionale. I grandi occhi di questa futura madre accarezzano l’ipotetica folla di fedeli che segue processionalmente il simulacro che la trasporta.
Anche Maria cammina e il suo incedere è pacato e solenne, processionale appunto, non è qui ritratta come la donna incinta dell’apocalisse prossima a fuggire nel deserto, è piuttosto la benedicente Regina del gran Re.
Non è lei, tuttavia, la sorgente della benedizione, la mano di Maria, quella colta nell’atto di benedire, rimane in ombra, mentre luminosa è l’altra mano quella generosamente appoggiata sul grembo gravido. È il frutto del seno di Maria che, Benedetto, benedice.
Tutto il resto è accessorio: nicchie, basamento, colonne, persino l’abito della vergine e il suo velo, gli angeli e la corona regale. Tutto è in funzione della luce che s’irradia sugli astanti dal volto di Maria, dalla curva del suo ventre e dalla mano. La risposta del popolo orante è la stessa della cugina Elisabetta: benedetta sei tu fra tutte le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.