Beati in cielo o in terra?
Il senso delle beatitudini nella prospettiva eterna. Una riflessione di sr. Maria Teodora dell'Incarnazione a partire da un'esperienza.- Autore:
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Dio nella sua bontà ha creato l’uomo per renderlo partecipe della sua vita beata. È una frase del Catechismo della Chiesa Cattolica e mi incuriosisce. La vita beata ci rimanda in genere all’aldilà eppure il vangelo ci propone le beatitudini come prospettiva terrena. Quindi, se la beatitudine può abitare la terra, l’eternità ha a che fare con il quotidiano. Come?
Giovanni nel suo vangelo dice: «Questa è la vita eterna che conoscano Te unico e vero Dio», è la stessa frase che noi monache ripetiamo davanti al Santissimo al cambio del turno di adorazione come domanda e offerta di quell’ora santa. La conoscenza di Dio è una beatitudine, cioè un godimento, rende felice l’uomo perché il desiderio di Dio abita il cuore dell’uomo. Conoscenza è essere partecipi attivamente della vita di un altro. Ed è quello che Dio vuole. Questo è stupefacente! Lo stesso nome di Dio Io sono è un invito all’uomo. Io ci sono, esisto, sono qui affinché possiamo conoscerci. Non è lo stesso atteggiamento che due amanti hanno l’uno nei confronti dell’altro? La conoscenza è un desiderio sponsale che porta ad un intima relazione. La lectio divina cui il monaco è avvezzo ha in sé questo desiderio: scandagliare il pensiero di Dio nella sua Parola, quindi conoscere il suo cuore nel quale abita pienamente l’amore e possederlo. L’uomo nasce per questa relazione, è quel destino che sant’Agostino definisce con un’espressione divenuta ormai famosa: il mio è cuore inquieto finché non riposa con Te. Sì, l’uomo non si sazierà mai se non giungendo ad abitare in seno alla Trinità, in quella comunione intima e perfetta che si sperimenta solo con chi si ama e si conosce.
La via della conoscenza è quella dell’Incarnazione. È una via donata, gratuita, di Colui che investe l’uomo col suo amore. L’uomo è provocato da questo amore, del quale non se ne spiega la ragione eppure ne è attratto. Non sempre sa corrispondere, eppure sente il bisogno di consegnarsi totalmente: quanti hanno seguito in maniera folle quell’Amore dal volto velato o ancora visto di spalle! Sì, perché la sequela esige quel gran salto di fede che non accetta compromessi e accomodamenti. Il volto di Dio si svela pian piano, mentre gli stai dietro. Dio si volge a te lentamente. Troppo violento, infatti, sarebbe lo scontro tra l’idea che l’uomo ha di sé e la sua reale verità. Dio si concede tutto, ma a piccole dosi, nel tempo, così da lasciarti maturare e permettere che il desiderio di lui aumenti fino ad accelerare il tuo passo verso la meta.
Il volto di Dio è il volto di Cristo. Gesù stesso lo ha detto: chi vede me vede il Padre. Quando un consacrato percepisce Cristo come verità per la propria vita, come la via per la vita non solo lo segue ma ne cerca l’immedesimazione totale. Penso a san Francesco, a san Pio da Pietrelcina, a Charles de Foucauld, a san Riccardo Pampuri. Penso al beato Giovanni Paolo II e a Madre Maria Maddalena, che il nuovo beato accompagnò fino alla soglia della beatificazione, senza riuscire a celebrarla. Anche la Beata Maria Maddalena dell’Incarnazione in maniera folle lasciò tutto per seguire l’intuizione dell’Amore e mantenne per tutta la vita quello stupore che fin da piccola aveva gustato davanti al Santissimo Sacramento. Davanti alle sacre Specie la madre sentiva crescere in lei l’amore e desiderava che tutti gli uomini potessero conoscere l’abbraccio di quell’Amore che ella ivi sperimentava. Madre Maddalena desiderava che le sue figlie vivessero la vita beata degli angeli e voleva che tutti potessero godere al pari di lei. Una persona quando è inondata dall’Amore di Dio, tutto l’umano è coinvolto, perciò i mistici non hanno esitato a tradurre le loro emozioni con parole carnali dell’amore umano così, come già avviene con intensità straordinaria nel Cantico dei Cantici.
Nella fornace di questo amore Madre Maddalena raccolse tutta se stessa: sensi, affetti, desideri perché innanzi al Mistero tutto diviene contemplazione. Qui si raggiunge, in maniera sia pur imperfetta la grazia straordinaria della comunione con Dio. Qui la rivelazione del Volto divino ci è donata e l’uomo conosce se stesso.
Questa è la vita beata, una vita di verità nella consapevolezza umile di chi sa che più conosce, più possiede e meno comprende, perché l’Amore di Dio è infinito.
O amor mio
Tu che puoi tutto
Riscalda , dilata, infiamma tutti i cuori verso di te.
Tu sei l’unico ristoro di questo mio cuore
Tu cambi in paradiso la solitudine
In chiara luce la notte
In nettare di dolcezza il silenzio
Tu sei l’unico amore di tutti gli amori miei
(Maria Maddalena dell’incarnazione, Aspirazioni)