Dal cero di Pasqua alla cera del Dio Bambino

Autore:
Monache dell'Adorazione Eucaristica
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Esulti il coro degli angeli, esulti l'assemblea celeste:
un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto.

Gioisca la terra inondata da così grande splendore;
la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo.

Gioisca la madre Chiesa, splendente della gloria del suo Signore,
e questo tempio tutto risuoni
per le acclamazioni del popolo in festa.

E voi, fratelli carissimi,
qui radunati nella solare chiarezza di questa nuova luce,
invocate con me la misericordia di Dio onnipotente.
Egli che mi ha chiamato, senza alcun merito,
nel numero dei suoi ministri, irradi il suo mirabile fulgore,
perché sia piena e perfetta la lode di questo cero.
In questa notte di grazia accogli, Padre santo, il sacrificio di lode,
che la Chiesa ti offre per mano dei suoi ministri,
nella solenne liturgia del cero,
frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce.
preghiamo, dunque, Signore, che questo cero,
offerto in onore del tuo nome
per illuminare l'oscurità di questa notte,
risplenda di luce che mai si spegne.

La bellezza dell’Exultet che ogni anno la Chiesa canta nella veglia pasquale, risuona – in certa misura anche a Natale- non solo perché sulla grotta «esulta il coro degli angeli», non solo perché è venuta nel mondo la luce vera quella «del Re eterno che ha vinto le tenebre», ma anche perché un’antica tradizione, viva soprattutto nei monasteri femminili, associava il cero pasquale al divino infante realizzato, appunto, con la cera.
Non di rado, i tradizionali e ormai quasi scomparsi Gesù Bambini di cera, venivano realizzati fondendo l’avanzo del cero pasquale, dell’anno precedente in modo che ci fosse un esplicito richiamo tra Pasqua e Natale. La cera veniva naturalmente trattata oppure, dopo un primo calco di cera grezza le forme del Bambino venivano ulteriormente trattate con dell’altra cera, migliore, in modo da ricoprirlo di altri strati.
Anche i tradizionali Agnus Dei sono dei sacramentali che derivano dal cero pasquale. Erano i monaci cistercensi di Santa Croce in Gerusalemme a realizzarli con la cera del cero pasquale della Cappella pasquale e delle altre Basiliche romane. Poi si diffusero ovunque e furono (sono ancora) i monasteri femminili a produrne in grande quantità. La benedizione con il sacro crisma della cera del cero di Pasqua viene fatta dal pontefice nel primo anno di pontificato e, in seguito, qualora ce ne fosse la necessità, ogni sette anni.
Gli Agnus Dei sono piccoli reliquiari di stoffa e cartone, di varia forma: rotondi, quadrati, ovali, che contenevano una scaglia della cera benedetta e che venivano decorati all’esterno con l’effige dell’agnello pasquale, lo stemma del Pontefice che aveva benedetto la cera o altre immagini care alla devozione cristiana.
L’Agnus Dei lo si portava addosso, lo si metteva nelle camere da letto, specie degli ammalati, per le virtù che la fede assegna a questo sacramentale.
Vari papi ne hanno pubblicamente riconosciuta la validità, gli agnus Dei, portati con fede e devozione: difendono dai mali, spirituali e fisici, dalle calamità, dal peccato, dalle morti improvvise e violente procurano un aumento della grazia e cancellano i peccati veniali.
Insomma la Pasqua con la sua Luce, informava tutta la vita del credente. Ancora oggi però queste tradizioni sono valide laddove la fede è ancora viva. Portare un Agnus Dei addosso, come tenere in casa un Gesù Bambino di cera benedetto dal proprio parroco o dal Papa nella notte di Natale (o nella vigilia) rappresenta un richiamo esplicito alla grazia operante della Pasqua del Signore da cui scaturisce tutta la salvezza.
Quest’anno per la nostra Chiesa, sprovvista di tutto, soprattutto sprovvista di un bel Gesù Bambino, abbiamo realizzato con le nostre mani un Gesù Bambino di cera. Nella Messa della notte lo abbiamo portato processionalmente in Chiesa: il celebrante lo reggeva alto mentre noi entravamo in chiesa con i lumi accesi unica fonte di luce del luogo immerso nell’oscurità.
L’effetto è stato proprio quello di una piccola veglia pasquale. La luce vera è venuta nel mondo e illumina di grazia e di vita ogni uomo.

Qui le foto del nostro Gesù bambino di cera