Dentro i nostri libri tracce di una storia

Fonte:
CulturaCattolica.it
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I concetti creano gli idoli, solo lo stupore conosce. Questa frase del grande quanto antico san Gregorio di Nissa appare oggi così drammaticamente vera, così facilmente riscontrabile che non ha bisogno di commenti. Lo stupore è scomparso dall'orizzonte quotidiano, raramente lo si "incontra" nelle strade e nelle piazze, nelle case e nelle scuole e, a volte, purtroppo finanche nelle Chiese e nelle nostre case religiose. Charles Péguy direbbe che abbiamo uno sguardo abituato. Siamo così pieni di concetti che gli occhi non vedono più il miracolo quotidiano della Presenza di Cristo nella nostra piccola storia, nel volto degli amici e, soprattutto, nella bellezza che ci circonda, prima fra tutte quella dell'arte. Stando ore davanti al Santissimo ho visto il mio sguardo mutarsi, cambiare, rinnovarsi dentro la sorgente stessa della bellezza quale è appunto la Presenza luminosa del Bellissimo nell'Ostia santa.
Diceva Madre Maria Maddalena dell'Incarnazione, citando il Prefazio del Natale: mediante lo sguardo alle cose visibili siamo rapiti alla bellezza dell'Invisibile. Adorando Cristo nell'Ostia santa ho imparato a scorgerlo meglio anche dentro le bellezze quotidiane e, seguendo la lezione di San Tommaso che raccomandava contemplata aliis tradere, ho desiderato partecipare agli altri le cose contemplate.
Nel monastero di Adoratrici di Monza in cui sono vissuta per ventitrè anni ho desiderato comunicare lo stupore della Presenza del Bellissimo incontrata dentro l'arte. Dalle lezioni offerte ad alcuni laici sono nati diversi libri che vogliono togliere l'arte dal ghetto della critica specializzata, dalla elite degli amatori per restituirla al popolo, alla grande esperienza comunicativa di Santa Madre Chiesa che mai ha rifiutato ciò che è pienamente umano per dire Cristo.
Nel primo di questi testi, intitolato appunto Nell'arte lo stupore di una Presenza, il Mistero dell'Eucaristia viene riletto alla luce delle opere di Vermeer, van Eyck, Veronese, Michelangelo, Leonardo, Bosch e Lorenzetti ed è comunicato con il vigore e la forza di una tradizione di credenti, di cercatori di Dio, di uomini appassionati della verità. In Frammenti di Bellezzal'esperienza della preghiera si carica della vigorosa testimonianza di Giotto, di Piero della Francesca, di Raffaello, di Tintoretto e persino di Rembrandt e Dalì.
Il Vangelo di Luca, nel libro Testimoni del Mistero, viene fortemente illuminato dai dipinti di Pontormo, de La Tour, Masaccio, Bellini Gauguin e Chagall.
L'arte ha poi un linguaggio universale e mi ha permesso di comunicare la forza persuasiva dell'Eucaristia a persone lontane dalla fede cristiana. Nel libro Volti e stupore, uomini feriti dalla Bellezza, il grido dell'arte del Novecento si fa ponte di amicizia e di dialogo sul Vero e sul Bene con un giornalista non credente Fabio Cavallari e un mussulmano laico, Magdi Allam. L'arte è diventata anche mezzo di incontro con un giornalista televisivo Andrea Pamparana che ci ha dedicato un intero libro dal titolo: Una suora per amico.
Mi è nata la convinzione che veramente la "Bellezza salverà il mondo" ma che non ci può essere bellezza senza una quotidiana, profonda pausa contemplativa che ristori mente e cuore alla sorgente del Bellissimo. Come ha scritto l'allora card Ratzinger nell'introduzione al Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica: «Gli artisti di ogni tempo hanno offerto alla contemplazione e allo stupore dei fedeli i fatti salienti del mistero della salvezza, presentandoli nello splendore del colore e nella perfezione della bellezza. È un indizio, questo, di come oggi più che mai, nella civiltà dell'immagine, l'immagine sacra possa esprimere molto di più della stessa parola, dal momento che è oltremodo efficace il suo dinamismo di comunicazione e di trasmissione del messaggio evangelico».
L'arte educa alla parola vera perché educa al silenzio contemplativo, alla riflessione, all'amore per il bello gustato nel cuore e conosciuto con la mente. L'arte educa alla preghiera che dà sapore alla vita. Per questo da qualche tempo ho aperto nella Diocesi di san Marino e Montefeltro, luogo di fede e di arte, una comunità monastica per l'adorazione perpetua che abbia tra i suoi compiti principali la diffusione di quella bellezza a cui la sosta adorante educa e prepara.