La Bellezza del Doloroso

Una riflessione per la Quaresima
Autore:
Giacobbe, suor Maria Teodora
Fonte:
CulturaCattolica.it
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La quaresima è una via dietro il Doloroso che proprio sulla croce si rivela a noi nella sua Maestà di Bellissimo che salva. Forse per questo la quaresima inizia nel deserto, dietro a Gesù. Un deserto che si trova a Oriente, cioè alle radici della nostra origine, nell’Eden. Là nell’origine si è giocato tutto il nostro rapporto tra dolore e bellezza.
Sì, la vita di un uomo canta una bellezza che porta dentro di sé, quale impronta, la sua origine divina. Un modus vivendi che attrae e stupisce, parla ai cuori e ne fa vibrare le corde più intime, così che ciascuno ne possa udire una musica «altra», di lontana memoria. Di questa bellezza ci s’innamora e ad essa si ritorna nel momento della prova. Essa diviene la lente con cui guardare un volto trasfigurato dal dolore e per questo vederlo bello. I volti, oggettivamente stanchi, impalliditi per il dolore rimangono tali per qualcuno, per altri, invece, diventano icone di bellezza.
Da che una tale differenza di percezione? La bellezza è oggettiva o soggettiva? È una questione di cuore: non si può riconoscere se non ciò che si cerca e che già si è trovato. La bellezza parla al cuore. Una vita bella parla al cuore sempre; si presenta nella sua bellezza anche quando è nel travaglio, anche quando non ha più nulla da dire su questa terra.
San Francesco chiamò la morte sorella, ma l’attese come una sposa con la quale congiungersi per arrivare al sommo Gaudio, alla pienezza eterna. Attese cantando la bellezza contemplata ogni giorno della sua vita. Così la Beata Maria Maddalena dell’Incarnazione da quanto leggiamo nelle fonti: «Negli ultimi giorni della sua vita cantava lodi al Signore, e voleva che si suonasse il cembalo nella sua cella, perché ridendo diceva: adesso bisogna stare allegri».
Mi torna alla mente un amico carissimo alla mia comunità, Michele, ammalato di tumore da quando aveva otto anni, è morto a ventuno, con la vita negli occhi e nel cuore. Michele fu bello fino alla fine e indossò l’abito più bello quel giorno, l’ultimo. La sua vita, per molti appare sfortunata, come quella di Eluana e di altri centinaia che rimangono nell’anonimato, invece era bellissima e parlava a chiunque lo incontrasse. La vicenda di Michele s’intreccia con la nostra: mentre la nostra giovane Comunità si radicava nella terra del Montefeltro, lui, giovanissimo, la lasciava. Ci ha fatto un dono però: in pochi mesi ci ha rivelato il misterioso rapporto fra bellezza e croce, ci ha rivelato Cristo Crocifisso, sfigurato nell’aspetto eppure ancora il più bello tra i figli dell’uomo.
La Bellezza è un enigma, dice Dostoevskij nel romanzo L’Idiota da cui è tratta la famosa frase: quale salvezza salverà il mondo. Per molti rimane un enigma, rimane qualcosa che inspiegabilmente attrae, ma che non trasforma perché non diventa incontro. L'enigma si risolve nella contemplazione concreta di una vita che è giustizia, perché vissuta nell’amore verso Dio e verso il prossimo. Questo è il giusto di cui parla la Sacra Scrittura. Questo rende una vita bella. Così con Agostino possiamo dire che «Suprema e vera bellezza è la giustizia; non vedrai bello se lo consideri ingiusto» (Esp. Sal 44).
Il giusto che muore innocente, come Cristo e come tutti i martiri di ieri e di oggi, rimane bello anche nell’ora della morte. Dei tanti martiri uccisi anche nei nostri giorni non si può che dirne la bellezza di una testimonianza che è coerenza fino al dono della vita. Sono essi i più belli tra i figli degli uomini, capaci di attirare il nostro sguardo, di riaccendere il nostro desiderio. Questi sono coloro che ridestano le coscienze, grazie alla loro bellezza la nostra coscienza come sentinella si erge sul trono dei nostri accomodamenti e chiede: quale bellezza sta salvando la mia vita?
Ciascuno è chiamato a sciogliere dentro di sé quell’enigma che lo salva. Enigma che attrae e turba perché provoca ed esige una conversione, un lungo lavoro protratto fino alla morte, fin lì, dove la divina Bellezza incontrandoci svelerà completamente il suo volto. Volto di giustizia e di bontà. Che la quaresima ci conduca alla rivelazione di questo volto.