Oggi, su Radio Uno il nostro «Altrove»

Tornando a Casa dalle 17:40 alle 18:55 Con: Enrica Bonaccorti Un programma di Enrica Bonaccorti e Francesco Ventimiglia Coordinamento di Angela Mariella In redazione Paola de Gaudio Collaborazione di Georgia Allegretti e Caterina Eleuteri Regia di Roberta Di Casimirro
Autore:
Monache dell'Adorazione Eucaristica
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Natale «altrove» è il titolo proposto dalla puntata di oggi del programma radiofonico di Enrica Bonaccorti a cui siamo state invitate. Voci e testimonianze dalla Russia, dal Kenya e anche – con noi- dall’Italia, racconteranno come si possa vivere la quotidianità e il Natale in modo diverso, «altro» appunto.
Ci sorprende come Enrica Bonaccorti e lo staff di Radio 1 si siano ricordati di noi, dopo un contatto che risale ormai a due anni or sono. Un contatto che ci aveva viste protagoniste in due diverse trasmissioni una sulla Bellezza, a motivo della pubblicazione del libro Volti e Stupore; l’altra sul silenzio e sul suo valore al fine di offrire al mondo una parola vera.
Ci stupisce ma lo comprendiamo. Alla Bellezza si ritorna, sempre, con una nostalgia indistruttibile a dispetto di tutta la cultura dell’orrore di cui siamo spettatori e, ahimè, talora protagonisti. L’arte contemporanea, provocatoria, violenta e trasgressiva, punta il suo obiettivo sullo sconcerto, mentre la Bellezza antica e sempre nuova di cui parla Agostino punta il suo sguardo sullo stupore.
Sarà per questo che riempie ancora di stupore una vita semplice, scandita da un tempo altro segnato dalle ore dei turni di adorazioni, più che dalle ore scandite dalle lancette dell’orologio. A questo “tempo altro” s’impara la vita e persino il Natale.
La liturgia dell’ottava prima del Natale mediante la magia – non dei regali- ma dell’attesa, segna il passo al ritmo dello stupore. «O» sono dette, infatti, le antifone maggiori che si cantano a Vespro, prima del Magnificat: O Sapienza, O Adonai, O radice di Jesse, O chiave di Davide, O Astro d’Oriente, O re delle genti, O Emmanuele: nomi che evocano davvero un altrove. Lo spazio e il tempo di generazioni in attesa, di un’umanità che anela alle cose grandi della vita, una umanità che non si rassegna a morire, che non valuta l’uomo a partire dall’efficienza, ma dal suo mistero. L’altrove è qui, dietro la porta del nostro cuore. Si svela ogni qualvolta chiudiamo le porte a un mondo troppo chiassoso, troppo presuntuoso di fronte ai drammi dell’uomo, troppo banale rispetto al Mistero.
Un grazie a Enrica e allo staff di Radio Uno per lo spazio che offrono a quanti, nella loro umile quotidianità, sono testimoni di questo spazio Altro che mai dovrà morire nel cuore dell’uomo.