La nostra preghiera è tutta in uno sguardo. Uno sguardo rivolto a Colui che è e che tutto vede, a Colui che porta anche nella gloria i segni della carne trafitta, Uno cioè che conserva nell'eternità la memoria del dolore sopportato per amore. Per questo sostare in adorazione significa andare al fondo della propria umanità e imparare a guardare il mondo nella prospettiva dell'eternità. In questa sezione vogliamo offrire delle riflessioni che aiutino a penetrare il mistero dell'Eucaristia e la preghiera di adorazione. Non ci proponiamo tanto di insegnare a pregare, quanto piuttosto di approfondire un'esperienza per noi quotidiana. L'adorazione è molto più di un modo di pregare, è un metodo per vivere. L'adorazione non cessa una volta lasciato il luogo dell'esposizione ma continua nella vita, nei rapporti, nella storia concreta di ciascuno di noi. L'adorazione è anche il luogo dove ciascuno può fare la comunione con il Verbo di Dio fatto carne, quale sia la sua situazione. Separati, risposati, non credenti, ebrei, musulmani - come voleva la Beata Maria Maddalena dell'Incarnazione -, possono entrare in comunione con l'Eterno, possono vedere Gesù, qui ed ora, grazie all'ineffabile dono del Sacramento adorato fuori dalla celebrazione. L'adorazione,infine, come leggerete spesso nelle nostre pagine, non è una devozione accanto alle altre, ma è la condizione eterna dei beati, la possibilità di imparare fin d'ora quella dimensione che vivremo nell'eternità.
Quando Bartolomeo Menochio suggerì alla Beata Maria Maddalena dell’Incarnazione la Regola Agostiniana certamente aveva intuito la profonda sintonia di quest’anima innamorata della vita e della bellezza spirituale con il grande Santo d’Ippona. Grazie alla cura solerte del Sacrista di Pio VII, Menochio appunto, le prime sorelle adoratrici assorbirono la linfa dello spirito agostiniano, cosicché noi oggi possiamo dirci piccoli rami del grande albero agostiniano. Sant’Agostino nostro padre nella fede, è un uomo di grande attualità. Incline all’amicizia, profondamente segnato dal legame tra fede e ragione, rimase affascinato dalla bellezza di un Dio che si lascia cercare solo dopo aver trovato la sua creatura: Cercate sempre il suo volto. Che cos’è la faccia del Signore? È la Presenza di Dio… Se egli viene sempre cercato quando sarà trovato? Nessun dubbio che la fede già l’ha trovato, ma è pur vero che la speranza ancora lo cerca. La carità poi, se l’ha certo trovato per mezzo della fede, cerca però di possederlo per mezzo della visione, nella quale sarà finalmente trovato in maniera da soddisfare il nostro desiderio e da escludere ogni ulteriore ricerca (S. P. Agostino, Esposizione sul salmo 104, 3) Il passo qui riportato, e contenuto nelle nostre Costituzioni, già chiarisce il perché dedicare una sezione a questo grande Padre della Chiesa: cercare il volto del Signore per giungere alla visione di Lui. Queste pagine vi offriranno i passi della nostra ricerca dietro le orme di sant’Agostino per scoprire quel medesimo volto che si cela dietro l’Eucaristia e dietro il volto stesso di ogni autentica bellezza.
Cercate ogni giorno il volto dei santi per trovare conforto nei loro discorsi. Queste parole di un testo antico come quello della Didaché sono vere sempre. Le troviamo vere anche per noi che cerchiamo il volto dei santi alle soglie del terzo millennio. I santi non sono solo quelli decretati dal calendario di santa romana Chiesa. Certo, quelli sono per così dire “sicuri”, uomini, donne, bambini la cui vita è stata vagliata alla luce di quella verità che è giustizia e carità insieme e ed è stata trovata «esemplare», cioè conforme a quell’immagine unica e irripetibile che è il Cristo Gesù. Ma ce ne sono altri di santi, nascosti. Li abbiamo incontrati sulla porta di casa, proprio nella strada di fronte alla nostra, oppure sui libri. A volte sono santi che non appartengono strettamente parlando alla Chiesa cattolica, ma che in qualche modo sono stati, con il loro esempio e con i loro discorsi, testimoni di Cristo. Altre volte sono autori, scrittori, poeti. Insomma li si trovano un po’ dappertutto. Noi vorremmo raccontarvi quelli a noi più cari. Quelli con i quali abbiamo fatto un pezzo di strada insieme. Quelli che in qualche modo ci hanno portato a Cristo e alla sua Bellezza.
Questa sezione riporta lezioni sulla Sacra Scrittura che teniamo periodicamente nel nostro Monastero di Pietrarubbia. Seguiamo il metodo della Lectio divina, caro alla tradizione monastica, attingendo alla grande tradizione giudaico-cristiana. In queste lezioni la pagina biblica è riletta soprattutto alla luce dell'economia sacramentale, i suoi simboli le sue antiche radici ebraiche, per riappropriarci di un patrimonio ricchissimo di cui i padri della Chiesa erano ricolmi. Oggi che più non abbiamo dimestichezza con la dimensione simbolica della realtà, avvertiamo la necessità di rimetterci alla scuola di uno sguardo, lo sguardo del popolo di Dio che nella Sacra Scrittura, nella Liturgia e nell’arte ha mantenuto vivo lo stupore per la vita.
Chi incontra Cristo incontra il suo corpo mistico che è la Chiesa. La Chiesa di ieri, la Chiesa di oggi e, paradossalmente, la Chiesa di domani. Guardare ai santi è per noi guardare a chi prima di noi ha interpretato il proprio tempo e la propria storia alla luce del Vangelo. Abbiamo già citato nella sezione: «i nostri autori» una famosa e bella frase della didaché: «Cercate ogni giorno il volto dei santi e trovate riposo nei loro discorsi» (Didaché IV, 2). E benché anche in quella sezione si parli dei santi abbiamo voluto aprirne una specifica. Giorno per giorno vorremmo qui segnalare alcuni santi, una sorta di calendario della comunità. Non sempre saranno santi comuni. Parleremo di quelli che, per svariati motivi, incrociamo sul nostro cammino. Non vogliamo con questo escludere tutti gli altri che sono venerati dalla Chiesa e amati da infinite schiere di uomini. Desideriamo qui, soprattutto, guardare a quei santi che ci aiutano a vivere nella ricerca della verità, nella cura della sapienza e della carità, nel perseguimento di quella via pulchritudinis che tanto ci appassiona.