Il Credo fra Bibbia e Arte: Incarnazione - 1
Il terzo articolo del credo presenta l'opera dello Spirito che è il cuore della nostra fede: il Verbo di Dio, la seconda persona della Trinità si è fatta carne. Ha scelto il grembo di una donna, non trovata per caso ma scelta fin dall'eternità.- Autore:
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Cristo Gesù concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine
Il terzo articolo del Credo nasconde il fulcro dell’annuncio cristiano: l’Incarnazione. Il Verbo di Dio, seconda persona della Trinità, si è fatto carne nel grembo di una donna, la Vergine Maria per opera dello Spirito Santo.
Ma vediamo ora nell’arte come si declina questo articolo del Credo.
Un pittore che ha dedicato alcuni bozzetti proprio all’illustrazione del Credo è Ernesto Bergagna, nato nel1902 in provincia di Udine, fu professore al Beato Angelico di Milano dove si custodiscono diverse sue opere, e morì nella medesima Scuola il 17 settembre del 1991.
Purtroppo non riuscì a mettere in esecuzioni le bozze realizzate per l’illustrazione del Credo tuttavia, data la profonda religiosità del pittore in altre sue opere, e in particolare nel ciclo delle Litanie custodite appunto nella Scuola del Beato Angelico a Milano e realizzate negli anni 1930-1950, offre degli spunti straordinari per commentare questa fondamentale verità della fede.
Nel bozzetto del III articolo del Credo il Bergagna illustra, in uno sfondo blu cobalto, i Cieli dei Cieli simboleggiati da tre cerchi concentrici, dove Dio Padre invia lo Spirito Santo.
Lo Spirito si libra luminoso nel cerchio più centrale realizzato con del giallo oro, perché fecondi la Vergine Maria, la quale concepisce e partorisce Gesù. Sotto il cerchio di luce, infatti, il pittore realizza la natività di Betlemme con al centro Gesù Bambino, Figlio di Dio e figlio di Maria, con la Madre alla destra del dipinto che porta nel manto gli stessi colori dei cerchi concentrici del cielo e dall’altra parte Giuseppe e un pastore, segni di quell’umanità che aspettava il Messia.
Il Cristo, concepito di Spirito Santo.
Nel ciclo delle Litanie Lauretane (tavole dipinte ad olio su compensato cm. 40 x 60),
questo stesso concetto, viene più profondamente e teologicamente illustrato mediante una scena straordinaria.
In un cielo dorato abitato da angeli dai profili luminosi e da piccoli globi gialli e rossi, significanti gli spazi siderali con le stelle e le galassie Dio padre benedicente è dipinto come una grande ombra azzurrina, con barba fluentissima e capelli ondulati che cadono sulle spalle. Il Dio creatore sembra sporgersi e guardare la sua creazione con la mano benedicente. La grande figura paterna copre con la sua ombra il Cristo Bambino e la sua Vergine Madre.
il dipinto illustra la Mater Creatoris, ma si presenta come un compendio dei primi tre articoli del credo. Al centro c'è quel Bambino che è il Verbo di Dio, il Figlio del Padre, fatto uomo e nato da una Vergine, Maria.
Gesù Bambino, guarda dove guarda Dio Padre e alza, come lui, la mano benedicente. Egli compie l'opera del Padre, salvando la creazione dal peccato. Essendo concepito per opera dello Spirito nel grembo di una Vergine, egli è il Santo per eccellenza. Per questo Cristo è l'unico ad essere nudo, perché in quella nudità traspare tutto il suo immacolato splendore.
Fu concepito di Spirito Santo.
Qui non sembra comparire direttamente la terza persona della Trinità che il III articolo del credo vuole affermare, o almeno lo Spirito non è presente sotto forma di colomba come nel bozzetto per il Credo dello stesso Bergagna, tuttavia lo Spirito Santo c'è e pervade ogni cosa. Lo Spirito è luce, è la luce che inonda il profilo del Padre, che veste la carne del Figlio, che irradia il volto di Maria. È luce e acqua, un'acqua simboleggiata dai rigagnoli di luce evidenti ai piedi di Maria. Quest'acqua può essere interpretata anche come l'ultima propaggine della barba di Dio Padre (simbolo di sapienza) che avvolge ogni cosa. Addirittura l'abito della Madre sembra confluire naturalmente nel flusso di quella ondulazione, a dire che la Vergine era piena di Spirito Santo e fu pensata dal Dio Creatore fin dall'eternità.
Maria porta un velo-capigliatura rosso fuoco, segno della pienezza d'amore di cui ella era ricolma a motivo proprio dell'effusione di grazia e di Spirito che aveva ricevuto in vista della sua missione di Madre del Creatore. Ella porge Gesù alla creazione, guarda dove guarda il Figlio, ma rimane dietro il Figlio, guarda da dietro le spalle del suo Bambino, ella cioè non pone ostacoli all'opera della Redenzione del Figlio, ma anzi è via per quella via per eccellenza che sarà Gesù Cristo.
Gesù, nato da Maria Vergine
In un’altra tela, dal titolo il Sogno dei Progenitori dipinta negli stessi anni in cui l’artista era impegnato nella realizzazione delle Litanie, ancor meglio si coglie la grandezza di questa affermazione fu concepito di aspirato Santo e nacque da Maria Vergine.
Nella descrizione dell'opera di Michelangelo fatta nel precedente articolo, abbiamo osservato come Dio Padre fosse stato dipinto da Michelangelo come vecchio, mentre Adamo è nel fulgore della sua giovinezza. Michelangelo però nel concludere l'opera della Cappella Sistina ci svelerà il segreto di tale scelta. Nel giudizio universale, infatti, Il Cristo giudice avrà il volto imberbe di Adamo e non quello che siamo abituati a riconoscere con la barba bipartita e i capelli lunghi. Cristo è l'ultimo Adamo, che ripara la creazione corrotta dal primo Adamo facendoci dono di quello Spirito che è relazione fra Cristo e il Padre.
Il Bergagna ci offre la stessa riflessione nel Sogno dei progenitori. Adamo ed Eva sono colti da un sonno misterioso, ma già gonfio del rimorso della colpa. Essi infatti non sono nudi ma si sono già intrecciati foglie di fico e indossano già pelle di animali, per coprire le nudità di cui hanno preso coscienza a causa del peccato. Tuttavia essi ancora riposano in quel giardino straordinario che è il Paradiso, il giardino dell'Eden. Tra gli arbusti distinguiamo chiaramente le piante di rose, simbolo della devozione alla Vergine Maria – il Rosario- appunto e un albero di fico che fa ombra al sonno dei progenitori. Il fico, in tutta la Scrittura è simbolo della sapienza, è l'albero sotto il quale i rabbini studiavano la torah. È proprio il fico che con la sua ombra minacciosa e i suoi rami nodosi crea una barriera con il resto del giardino che resta invece immerso in una luce diafana e pacificata. Il sonno dei progenitori è pieno dello sgomento per la perdita dell'accesso a quel giardino.
Ma Dio ha già gettato per loro un ponte. C'è qualcuno che già ha attraversato quel divario. Il centro del dipinto infatti è occupato dalla silhouette della Vergine Maria che ancora una volta ostende il Figlio: una figura luminosissima che campeggia nel grembo della Madre. Dietro di lei si snoda una scala di pietra, simile alla scala del sogno di Giacobbe, una scala che unisce Cielo e terra, che unisce - come in questo caso - la terra ombrosa dei progenitori e l'Eden lucente dove Dio scende a passeggiare.
Sullo sfondo, nel cielo dorato dell'Eden, già l'angelo Gabriele è pronto all'annuncio: ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, Dio con noi.
Sotto i piedi della Vergine, che è pura luce, si vede il serpente antico ormai vinto, schiacciato dai piedi di colei che porta il Salvatore.
Colui che è concepito di Spirito Santo è Colui che riaprirà all’uomo la via della salvezza. Questa via significata dalla scala del Bergagna è anzitutto la Vergine Maria. Ella, che Dio ha usato per raggiungerci è anche la via migliore percorribile dall’uomo che voglia conseguire il Cielo.