Metodo della fede e ragioni del cuore
il viaggio del Pellegrino continua...- Autore:
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L’incontro con l’altro è luogo della rivelazione sempre in atto del volto di Dio. Lo vede negli incontri che caratterizzano i racconti del Pellegrino russo. Il cammino ha una meta, un punto, pur indefinito, da raggiungere, ma sostenuto inevitabilmente dalle circostanze: situazioni, incontri, eventi brutti o belli. Lo sguardo della fede cui il pellegrino è educato vede tutto come presenza di Dio e il suo desiderio di bene verso l’uomo. Gli incontri trasformano, convertono, indirizzano e plasmano. L’incontro suppone, ovviamente due parti, che entrano in relazione, ma senza un ricevente e un datore: ognuno, nella propria unicità e alterità, riceve e dona allo stesso tempo. Ciascuno ha una bontà in sé da trasmettere e una sapienza, che a sua volta ha ricevuto, da dare. Il percorso del pellegrino obbliga a chiedersi come stiamo nella circostanza.
Così dice il Papa nell’enciclica Spe salvi: Le nostre esistenze sono in profonda comunione tra loro, mediante molteplici interazioni sono concatenate una con l'altra. Nessuno vive da solo. Nessuno pecca da solo. Nessuno viene salvato da solo. Continuamente entra nella mia vita quella degli altri: in ciò che penso, dico, faccio, opero. E viceversa, la mia vita entra in quella degli altri: nel male come nel bene.
Nella vita del pellegrino entrano, nel bene e nel male, diverse altre vite. Avvengono incontri negativi, come quello con i briganti che lo derubano, ma egli li trasforma in opportunità per misurare la sua affezione alla Bibbia, unico bene del suo fagottino; oppure quelli con persone che, in cambio dei suoi servigi, lo accusano di seduzione. Di fronte a queste, lo strannik loda il Signore per avergli permesso di soffrire in nome suo. Altri incontri segnano il passo della gioia e della gratitudine, come nel caso della donna salvata da un matrimonio non voluto. Ma l’incontro più importante, il primo che diede il la al suo cammino, fu quello con lo starec, un anziano monaco incontrato per caso. Alla domanda del pellegrino su che cosa sia la preghiera incessante, l’anziano risponde partendo, non da riflessioni fondate sull’intelletto e su considerazioni della ragione naturale, ma da un’autentica esperienza sua e di chi l’ha preceduto. Più si avanza nell’età, afferma il vecchio starec, più ci rende conto che nulla di ciò che si possiede è proprio, ma dono ricevuto da altri. Lo starec mette in guardia il giovane da un fideismo sterile e, non a caso, gli regala la Filocalia, summa dell’esperienza degli antichi padri, introducendolo nella verità della Chiesa come metodo. Il pellegrino riceve così il metodo che pian piano lo definirà. È il metodo dell’imparare da altri, da chi è più avanti nel cammino di fede, da chi ha l’autorità della sapienza e dell’experientia vitae.
Il pellegrino introduce anche noi nella spiritualità della mendicanza che è soprattutto la certezza di riceversi ogni giorno da un Altro. Davvero il pellegrino è colui che si riceve da un Altro! Un Altro che si «incarna» nei mille volti incontrati. Da questi altri riceve non solo pane materiale, non solo indicazioni sulla via da seguire, segni comunque di una volontà divina che si esprime nel concreto, ma riceve la sua identità.
Cosi anche noi, nel rapporto con l’altro, scopriamo limiti e riconosciamo quei talenti che ci sono propri, soprattutto scopriamo la nostra identità: essere figli di Dio. Ci si ritrova amati, pensati, voluti, attesi.
Quante volte il pellegrino ha vissuto queste sensazioni! Lo si evince dai suoi racconti. Ogni incontro diviene luogo della rivelazione di sé e quindi di Dio. È solo conoscendo se stessi - come insegna sant’Agostino - che si conosce Dio ed è conoscendo Dio che si conosce se stessi.
Rientrare in se stessi è allora il vero percorso della mendicanza, il cammino in cui ciascuno vede compiersi il proprio destino. Alla scuola del pellegrino russo vivremmo con lo sguardo proiettato fuori, ma con l’orecchio in ascolto della propria interiorità, delle ragioni del cuore, rileggendo così tutta la nostra storia attraverso la contemplazione del Mistero.