Adorare in un luogo di Luce

Sulle tracce della donna di Samaria vogliamo adorare in Spirito e Verità. Vogliamo guardare il mondo e la vita con gli occhi nuovi del Salvatore. vogliamo aderire all'Eucaristia luogo del Sacrificio e della Gloria

Noi abbiamo un luogo in cui adorare: il corpo del Salvatore. E non solo il suo corpo Sacramentale, ma il Corpo che è la Chiesa, il Corpo che è la Presenza di Cristo nella Parola.
Noi abbiamo un modo mediante il quale adorare: lo Spirito e la Verità. Per questo il nocciolo del Monachesimo è l’adorazione.

Facciamo nostro il dialogo con quella straordinaria figura (quasi donna post contemporanea) che è la Samaritana.

«Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio su questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le disse: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunta l’ora, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità (Gv 4,16-23)».

La Samaritana domanda circa «il luogo in cui bisogna adorare» (Gv 4,20), ma non riceve una risposta diretta. Piuttosto Gesù riprende il messaggio lanciato ai Giudei sul tempio: «Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo (2,19-21 )». Il vero luogo ove adorare è, dunque, il Corpo di Cristo glorificato. La forza con cui dobbiamo adorare è Gesù stesso, Vita e Verità per antonomasia.

Ci sono due epiclesi nella Messa. Cristo, è presente nel Mistero Eucaristico dove lo Spirito Santo trasforma prima le specie del pane e del vino in Corpo Sacramentale di Cristo e poi la comunità in Corpo ecclesiale. Così noi, animate da quello stesso Spirito, diventiamo quei veri Adoratori in Spirito e Verità che il Padre richiede.

Lo Spirito Santo, che ha trasformato il pane e il vino in Corpo e Sangue di Cristo, trasforma la vita e la quotidianità, di chi fa del Sacrificio Eucaristico e dell’Adorazione «centro» e «comunione» del suo cuore, in una liturgia perenne.

Un affresco del XIII secolo, del Monte Athos, raffigura quella che gli orientali chiamano Santa Fotina, dal greco photos, luce. Una santa che nel buio della sua esistenza scopre una luce diversa, che non è quella del sole allo zenit del mezzogiorno, ma una luce che siede su un pozzo, luogo piuttosto di oscurità. La Samaritana è, per così dire, la donna post-contemporanea cui Gesù, affida sorprendentemente se stesso e il suo Mistero. Dopo l’episodio del battesimo questa è la prima rivelazione di Cristo del Mistero Trinitario. Nell’affresco del Monte Athos il pozzo ha la forma della croce. È quella la fonte dalla quale sgorgherà l’acqua viva che, fin d’ora, è in grado di illuminare lo sguardo della Samaritana. Questa donna fu scelta da Gesù per una grande rivelazione nonostante il suo vissuto chiacchierato. Nell’incontro con Cristo ella dimostra però capacità di accoglienza e coraggio di ricominciare, guardando in modo nuovo la sua vita.

Occorre scoprire perciò che la croce è un pozzo di acque sorgive solo dentro la comunione con Cristo. Qui si scopre come essere veri adoratori in spirito e verità. Imparando che ogni luogo nasconde una Presenza da adorare, ma che tale luogo lo si trova solo se non si esce dalla comunione profonda con Cristo e con il suo Corpo che è la Chiesa.