L'adorazione: preghiera dello sguardo - 1

Educare lo sguardo con l'adorazione. Un viaggio attraverso i mosaici della Cappella Redemptoris Mater
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Chiesa della Santissima Trinità, Porto Santo Stefano, Mosaico di Padre Marko Rupnik

Tutto parte dallo sguardo e anche noi partiamo da qui, dallo sguardo. L’Adoratore deve avere a cuore lo sguardo.

Ripetute sono le aspirazioni della Beata Maria Maddalena che hanno come tema lo sguardo: O Gesù, Re della gloria, oh se io potessi non perderti mai di vista e tenere sempre fissi su di Te gli occhi e i desideri dell’anima mia!
O mio Gesù, l’anima mi a ti cerca ed è tutta innamorata di Te; e quando potrà contemplarti faccia a faccia?


Lo sguardo infatti, conduce alla comunione. Tutto, del resto, è partito da uno sguardo.

L’albero della vita al centro dell’Eden era bello a guardarsi e buono da mangiare. C’è uno stretto parallelismo, testimoniato dai Padri, dalla Liturgia della Chiesa e dai Santi di ogni tempo, tra l’Albero della vita e la Croce il cui frutto risana dal peccato e dalla morte.
Guardare all’albero è principio di salvezza, lo si afferma già, sia pure sul piano simbolico, nel primo Testamento laddove Mosé innalza il serpente di rame su un asta, nel deserto affinché, guardandolo, il popolo guarisca dal morso dei serpenti velenosi.
Cristo è andato oltre, ha compiuto il simbolo allorché, dopo aver detto: quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me, ha aggiunto: prendete e mangiate, questo è il mio corpo
Il guardare prepara alla comunione con Cristo, all’incontro con lui in una cena misteriosa ove egli è dispensatore del cibo, commensale e cibo stesso.

Chi lo avrebbe mai pensato e chi avrebbe potuto immaginarlo, o Gesù mio, che dopo esserti incarnato […] e dopo esserti immolato sull’Albero della croce ed essere visibilmente asceso al Cielo avresti voluto rimanere ancora con noi in maniera invisibile fino alla fine del mondo in forma di Vittima e di Ostia, per essere ad un tempo nostro perpetuo sacrificio e viatico del nostro pellegrinaggio. (Beata Maria Maddalena Direttorio del 1814 pag 46)

In un mosaico di padre Marko Rupnik, realizzato per la Chiesa della SS Trinità in Porto Santo Stefano (patria della Beata Maria Maddalena dell’Incarnazione), la croce è come un ponte gettato sopra gli inferi. La croce scatena il catarsi di tutta la natura che da questo legno prende vita e si rinnova. Ma la croce in sé non avrebbe alcun potere se non fosse per Colui che vi fu assiso.
La spiritualità dell’Adoratore non può che partire da qui: dalla memoria di questo sacrificio, di cui l’Eucaristia è inscindibile frutto.
Tuttavia il dolore non è l’ultima parola sull’esistenza umana, Cristo ha steso con la sua croce un ponte sulla morte. Adamo ed Eva, per i quali ogni uomo è caduto nel laccio della mortalità e del peccato sono i primi ad essere riscattati.

In essi ciascuno di noi può riconoscersi.
Eva, è stata la prima a misurare la grandezza della colpa, ed è - nel mosaico- la prima a piegarsi in adorazione.
Adorare è riconoscere fino in fondo il proprio nulla davanti a Colui che è. Non per rimanerne schiacciati, bensì per sciogliere il cuore nel sentimento dolce dell’adorazione e della riconoscenza.

Sopraffatta da stupore e quasi fuori di me stessa, o Signore, riflettendo sul tanto amore e sulle tante meraviglie che Tu mi ha fatto vedere su questa terra, io gemo e sospiro in mezzo alle mie spirituali aridità, alle mie miserie, e alla mia debolezza. (Beata Maria Maddalena Direttorio 1814 pag 53)

Adamo è invece ritratto mentre incapace di tutto, paralizzato dal male e dalla colpa, non può in alcun modo reagire: Cristo stesso lo salva, lo prende per mano e lo solleva.
L’adorazione è iniziativa di Dio. Noi non ne siamo capaci senza una grazia dall’alto. Noi siamo spesso davanti a Lui a peso morto, senza sentimenti né afflato, ma Lui c’è e si china sui nostri abissi.

O Gesù Salvator mio, questo sì che è un eccesso d’amore, l’esserti rinchiuso nell’eucaristia! Non eravamo certamente degni che dimorassi Tu, in persona, nelle nostre Chiese né che venissi dentro di noi. Con una parola potevi operare tutti gli effetti, tutte le grazie che operi in mezzo a noi per mezzo di questo ammirabile Sacramento. Una tua immagine o la tua Croce sarebbero bastati per santificare il tuo tempio e per esigere da noi le nostre più umili adorazioni, ma tu sei qui tuttavia tra noi Dio e uomo, pieno di gloria, di grazia e di verità (Beata Maria Maddalena Dir. p.51)

Tra Cristo e Adamo c’è un dialogo intenso fatto di sguardi entro il quale realizza l’incontro. L’adorazione, in effetti, è incontro, è aver fatto esperienza, nella vita, di una Presenza che so concretizza nel Sacramento.
Eva prendendo la mano del Signore, non solo adora, ma tocca il Verbo della vita. Questo è ciò che accade in ogni liturgia della Chiesa: noi che siamo in comunione con quanto ci hanno trasmesso gli apostoli tocchiamo il Verbo della vita. L’Adorazione è incontro che si realizza in ambito liturgico e prepara alla comunione col Verbo.
Da questo incontro non può che scaturire il servizio.