L’Eucaristia, presenza di croce e di gloria

Una breve riflessione sul "pane" più famoso del mondo. Un pane che ha radici profonde, un pane che per noi è il pane degli angeli. Un pane che ha nutrito santi e martiri di ogni tempo.
Autore:
Mazzanti, Giulia
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Fin dall’antichità il pane e il vino furono considerati cibi sacri, legati al culto dei morti. Ancora oggi, il costume di far cuocere figurine umane di pasta, ricorda i culti in cui veniva idealmente consumato un corpo divino sottoforma di pane. Presso gli egizi Shesma, il Dio del Torchio, porgeva ai morti del vino in quanto bevanda che conservava la vita. Le famiglie ebraiche, invece, devono usare nelle loro abitazioni doppi servizi di piatti: una serie per i cibi a base di carne e una per i latticini, poiché si vuole sottolineare il carattere sacro della vita quotidiana, anche nei suoi aspetti materiali, poiché tutto ciò di cui possono disporre deriva da Dio. Il carattere sacro del pane è messo in evidenza dalla lavanda delle mani seguita dalle benedizioni sul pane e a conclusione della benedizione di ringraziamento. Nella bibbia, al profeta Elia, sfinito nel deserto, l’Angelo del Signore offrì un pane misterioso affinché riprendendo le forze, potesse proseguire nel cammino. Il Messia, secondo i profeti, Isaia soprattutto, avrebbe inaugurato un banchetto gratuito e misterioso capace di saziare una volta per sempre i veri credenti. Gesù nella sinagoga di Cafarnao aveva fatto riferimento a questi annunci profetici additando se stesso come vero cibo e vera bevanda: «Io sono il pane della Vita. […] Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Noi ripetiamo nella Messa questo gesto che i primi cristiani indicavano semplicemente l’espressione: lo spezzare il pane. Espressione indicativa perché il gesto della Messa ci rende più capaci di condividere i propri beni con i fratelli.
Per la beata Madre Maria Maddalena, l’Eucarestia è croce e resurrezione, è memoriale della passione del Signore e Presenza Reale di Cristo nel Sacramento. Nell’Eucarestia, Gesù Cristo, sotto le specie del pane e del vino, è presente veramente, realmente e sostanzialmente con il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità. Maria Maddalena ricordandoci questa verità ci indica che Gesù nell’Eucarestia è con noi e per noi fino alla consumazione dei secoli: «è per noi il perpetuo oggetto del nostro amore e vittima perpetua dei nostri peccati; nostro cibo; Agnello senza macchia, sacrificato e glorioso offerto in riscatto dei nostri peccati, promesso da Dio ai padri, annunciato dai profeti, testimoniato dagli apostoli. Amato mio Bene, questo mio cuore brama viver languendo, e poi morire amando».
Dagli Egizi fino a Gesù, dalla Pasqua ebraica a quella cristiana, da Elia fino ad oggi: il pane è cibo che rimanda all’eternità. Sorprende che in un tempo come il nostro, dove la vita eterna e l’aspirazione a tale vita dell’uomo, sono messe continuamente in dubbio, esistano ancora santi che fanno dell’Eucaristia il leit motive della loro vita spirituale. Spesso anche giovani o giovanissimi. Dall’antica Maria Goretti, che dall’eucaristia attinse la grazia per donare la sua vita e il suo perdono a favore di chi l’aggrediva, fino a Carlo Acutis, un ragazzo morto di leucemia fulminante che offrì la sua vita per la Chiesa. Egli ebbe a dire: «L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo!» e ancora: «Più Eucaristie riceveremo e più diventeremo simili a Gesù e già su questa terra pregusteremo il Paradiso».