Una vita e un amore senza fine
Ricordi e pensieri davanti al Santissimo Sacramento di suor Maria Maddalena dei Sacri Cuori. Un modo per rendere grazie a Dio dei tanti compagni di viaggio, della strada fatta insieme, della vita vissuta di cui essere fiere.- Autore:
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Una vita che non ha mai fine, un amore che non ci lascia mai...
È il primo pensiero avuto oggi davanti al Santissimo Sacramento, dopo giorni di assenza dal mio turno di adorazione. Non credo ci sia niente al mondo che offra tanto, che dispieghi il senso della vita in maniera così chiara così certa così evidente come quel frammento di pane...
E non è né una sensazione, né tantomeno uno stato d’animo: è una certezza che nasce nel momento stesso in cui si sta a quella Presenza, si accetta di essere amati e ci si sente intimamente trasportati nell’essenza stessa del vivere.
Da molti giorni, a causa di un malessere fisico, non mi riusciva di trascorre come di consueto la mia ora di preghiera sostando in compagnia di Gesù eucaristia, dico in compagnia perché per noi monache adoratrici l'Adorazione non è solo un gesto quotidiano, l’ADORAZIONE è il modo di «essere» della creatura di fronte al Creatore di tutte le cose. È il prendere coscienza del tutto di Dio che in ogni istante dona l’“essere” a tutte le cose e riversa il suo amore su tutte le creature.
Nei giorni di fatica fisica, a volte capita di lottare con se stessi con il proprio corpo, a volte ci si deve proprio arrendere nonostante la forte volontà di reagire e di non fermarsi. Ė facile in queste circostanze lasciarsi prendere dallo sconforto, il desiderio di dominare sulla vita spesso prende il sopravvento, ed ecco che saltano tutti i nostri piani, non ci è permesso di tenere sotto controllo le situazioni, insomma tutto mirabilmente sprogrammato, noi compresi!
Mi piace pensare che a volte queste pause ce le concede Dio, costringendoci a far mente locale, ad avere un occhio di riguardo per coloro che ci stanno accanto perché non siamo soli e non siamo i soli.
Tutto questo ci comporta fatica! Ecco che siamo punti nell’orgoglio, in quel malsano voler sempre far da se senza concorso di nessuno. Guai dipendere dagli altri!
Beh! È bello riscoprire il gusto della compagnia in fondo la vita è fatta di relazioni e spesso si finisce per trascurarle.
È anche un momento che aiuta a pensare e a ricordare; un giorno mi dissero che "ricordare è il passatempo delle persone coraggiose", e forse è proprio vero...
In questi giorni spesso mi è capitato di pensare alle numerose persone che ci hanno lasciato in questi anni, i nostri genitori, amici molto cari e tutti coloro che sono stati per me di grande esempio e stimolo nel corso della vita.
Mi è capitato di pensare al mio papà e attingere da lui forza perché pur essendo molto fragile nella sua malattia mi ha dimostrato grande pazienza, anche se tendenzialmente come me, spesso si perdeva d’animo.
Ma una serie di circostanze hanno fissato il mio pensiero in modo particolare su una monaca, che ho avuto la fortuna di conoscere anni fa. Allora ero in cammino vocazionale e non avevo la certezza di entrare in monastero, anche se tutto volgeva verso quella direzione.
In questi anni dopo il mio ingresso in monastero - finalmente dopo lungo peregrinare - ho trascorso nel suo monastero brevi ma intensi periodi. Ricordo la piacevole settimana di ritiro in vista della mia Vestizione è stato per me un momento molto importante, mi sono sentita amorevolmente accompagnata sia da Madre Angela che tutte le sorelle della sua comunità, ad un incontro più decisivo con Cristo che poi è diventato ed è unico Signore della mia vita.
Suor Angela o Mamy - perché é così che in tutti i monasteri le figlie chiamano affettuosamente le proprie madri superiore -, era la Madre delle Monache Agostiniane del monastero di Urbino.
Ci sono stati altri momenti che ho piacevolmente condiviso con la comunità di Urbino, ho vissuto il mio stare con loro e con la Madre come un dono e ogni volta ne sono uscita profondamente edificata. Raramente, ma mi è capitato di avere qualche breve ma significativo colloquio con Madre Angela, che ho sempre visto molto attenta nei miei confronti e interessata al mio cammino nonostante non fossi membro della sua comunità.
Così scrivono di lei le sue monache, e così io la ricordo:
È stata religiosa sempre gioiosa, pienamente realizzata come donna e consacrata, capace di vivere nel silenzio e al momento giusto offrire invece la carità della sua saggia parola. Offrì il proprio servizio alla vita comune – alla quale teneva molto – svolgendo i diversi uffici e compiti che, di volta in volta, l’obbedienza le affidava.
È stata un vero e proprio punto di riferimento per gli amici e conoscenti, capace di offrire conforto, consolazione, amicizia a tutti e a ciascuno in particolare; nessuno veniva trascurato ma accolto con amore materno.
E in questo momento di difficoltà cerco di prendere suor Angela e anche la mia Madre come riferimento, entambe infatti mi hanno dato - e la mia Madre continua a farlo - grande esempio di tenacia e fortezza nelle difficoltà - forse sarà una caratteristica di tutte le Madri -.
Chissà se un giorno riuscirò come loro ad affrontare la vita con gioia qualsiasinsia la circostanza, ed avrò la capacità di offrire conforto e consolazione a tutti e a ciascuno senza trascurare nessuno, e poi mi piacerebbe tanto anche far mia quella severa dolcezza sempre finalizzata al bene della persona.
In questo momento difficile per la Chiesa, deh, Mamy mi raccomando metti una buona parola per tutti noi, perche tu sei già in quel "posto" che Gesù è andato a prepararci.
Perché uno solo è il destino dell'uomo: la vita eterna.
Ciao Madre Angela!
Ciao papà!
Ciao a tutti coloro che con la loro vita sono stati e continuano ad essere per me di grande esempio, da loro attingo ancora quella forza che a me manca per sostenere con la medesima dignità le fatiche quotidiane di una vita che merita di essere vissuta fino in fondo e in vista di qualcosa di più grande.
L'eternità è un dono per tutti, solo che spesso c'è lo dimentichiamo...