La Gioia sia con te!
Sì non una gioia qualunque, ma sia con te la gioia del Natale! Joy to the World! sia gioia per il mondo, sia gioia anche per il nostro mondo impazzito: il Signore è qui, il signore è con noi! E se il Signore è con noi, chi sarà contro di noi! a tutti il nostro augurio di Buon Natale!
Forse l’uomo potrà anche giungere a non dire più buon Natale, forse potremo anche non chiamare più i nostri figli con i nomi biblici di Maria e Giuseppe, forse spariranno i presepi dalla strade, dai dorsi delle montagne, dalle vetrine della città, ma se anche questo dovesse accadere non saremo più ricchi di prima, più sereni, più gioiosi, più amabili. Già ora siamo diventati più tristi, meno speranzosi, meno certi della bontà della vita.
Il danno più grande che la pandemia ha operato è stato quello di toglierci la gioia. La gioia semplice di un abbraccio, la gioia di sorridere per strada a chi non conosci, ci ha tolto la gioia di radunarci per le grandi festività, gridando fra fiocchi di neve e con il sorriso nella voce: Buon Natale! Quello che non hanno potuto gli attentati, nei mercatini di Natale in anni recenti, ha potuto una piccola cosa apparentemente insignificante come un virus.
Non vogliamo darci per vinte! Così per questo Natale abbiamo voluto mettere a fuoco la gioia! Coraggio! Abbiamo da essere felici! Abbiamo al centro della vita un Dio il cui nome è gioia, pace, amore, benevolenza, bontà, mitezza. Il cui nome è soprattutto: Dio con noi!
E se dunque Dio è con noi: chi sarà contro di noi? Dio è gioia: chi ci rattristerà? Dio è amore: chi ci potrà togliere questa grazia di essere amati per quello che siamo?
Pensavamo a tutto questo, qualche settimana fa, mentre registravamo un canto di Natale molto popolare: Joy to the World, «Gioia nel mondo»!
Questo celebre canto tradizionale natalizio fu composto nel 1719 da un innografo inglese, Isaac Watts (1674–1748), che prese a modello un Salmo su re Davide, il Salmo 97 (98).
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia..
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene
Watts rivisitò questo testo adattandolo a una melodia di Händel dal titolo «Messia», che venne poi arrangiata, nel 1836, da Lowell Mason, compositore statunitense e fondatore della Boston Academy of Music.
Joy to the World invita considerare che il Signore è qui, il Signore è arrivato: tutti cantano, angeli e santi. Gioiscono campi, rocce e colline e le nazioni sono invitate a gioire nella pace. La benedizione del Signore raggiungerà tutti, anche dove regna il male.
Così vogliamo lasciarvi nel cuore queste note, e davanti agli occhi la bella e misteriosa natività mistica di Sandro Botticelli.
Tra le tante famose natività, nessuna, come questa, si accorda con il canto Joy to the World. Botticelli fonde in un'unica scena la prima venuta del Salvatore e il suo ritorno nella gloria, giorno del giudizio finale, ma racconta tutto questo in un clima festoso e di gioia.
In alto dodici angeli ingaggiano, tra rami di ulivo e cartigli, una sorta di danza del tempo; sulla capanna altri tre angeli rappresentano le tre virtù teologali: fede, speranza e carità. Tre virtù, che prima d’essere cristiane, sono indispensabili per vivere compiutamente il tempo che ci è dato: fiducia nella vita, speranza nel futuro, amore verso gli altri, vicini e lontani.
Angeli conducono poi Magi (a sinistra), e pastori, (a destra), alla grotta del Bambino. Le differenze sociali, sono azzerate: tutti portano sul capo una corona d’alloro. Sono tutti «laureati» come, del resto, gli uomini in primo piano che abbracciano altri spiriti celesti. La loro laurea è l’esser virtuosi secondo le parole dell’Apostolo ai Filippesi: fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri (Fil 4,8).
In un siffatto clima anche il male è vinto, infatti, piccoli demoni escono dagli anfratti delle rocce dal terreno, ormai vinti dal bene.
Così sulle note di Joy to the World e attingendo la nostra penna nella tavolozza di Botticelli vorremmo dirvi come fece san Paolo, ai già citati Filippesi: Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. (Fil 4,6-7)
La grotta, al centro di questa danza gioiosa della pace, è una grotta singolare: se l’antro buio racconta l’abbassamento del Verbo nella condizione umana, lo straordinario scorcio boscoso che si apre sul retro, annuncia la riapertura dell’Eden all’uomo. Madre e Figlio sono compresi in un intimo e amoroso dialogo mentre Giuseppe, in disparte e dormiente come vuole la tradizione iconografica del santo, è ignaro della grazia di cui è depositario. Egli rappresenta tutti, salvati senza merito, salvati per amore e per grazia.
Così, non potendo abbracciarvi per le norme restrittive che continuano a governare le nostre vite, desideriamo però abbracciarvi virtualmente con la stretta calorosa di questi angeli e con le note gioiose di Joy to the World!
Sì, il Signore è qui! Un bambino è nato per noi: Buon Natale!