Patriarchi e profeti l’avevano annunziato!
Nel nostro Convento di San Marino quest'anno il tema svolto dal Presepe è quello profetico. In accordo con il tema della prima candela d'Avvento ripercorriamo idealmente davanti alla Grotta tutta la storia della Salvezza. Un presepe a tema biblico che dovrebbe essere visitato da tutte le scuole!Abbiamo immaginato il presepio come la rappresentazione del lungo corso della storia della Salvezza che ha preparato la venuta del Messia. Nella vigilia di Natale, ai primi vespri della Solennità, si canta questo versetto: tutta la terra desidera il tuo volto. Cristo è l’atteso delle genti e ogni protagonista, piccolo o grande, della storia della salvezza, nelle sue gesta e nella sua fede ha desiderato vedere quello che oggi noi vediamo: le promesse realizzate.
Per questo la base del Presepio disegna la cartina di quasi tutta l’Asia minore: la terra Santa, il Sinai, Babilonia ma anche parte dell’Egitto nell’Africa settentrionale. Qui patriarchi, profeti, re e gente comune, uomini e donne sono pali indicatori di Colui che doveva venire.
Tutti si sono fatti carico di quella domanda che soltanto il Battista riuscirà ad esprimere: «Sei tu Colui che deve venire o ne aspetteremo un Altro?» È la grande domanda della vita. In fondo è anche la domanda della nostra vita.
Ogni protagonista della storia della salvezza reca un cartiglio con una frase della Sacra Scrittura. Nella quasi totalità dei casi si tratta di una frase pronunciata dal personaggio stesso, altre volte di un passo riferito a lui. Sui cartigli appaiono però altre frasi, come ad esempio le antichissime e bellissime Antifone “O”, le antifone dello stupore, che, pur non essendo frasi della Scrittura, ne sono però adattamenti liturgici, frutto della meditazione orante della Chiesa.
L’era dei Patriarchi
La storia della salvezza comincia ufficialmente con Abramo, padre della fede. Abramo porta sul cartiglio una celebre frase contenuta nella lettera agli Ebrei: «Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco offrì il suo unico figlio, del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza». Accanto ad Abramo Sara, la donna che concepì contro ogni aspettativa umana e in cui Dio compie le sue promesse.
Isacco, figlio della promessa divina, tiene in mano un cartiglio su cui compare la prima Antifona “O”: O Sapienza che esci dall'Altissimo e tutto disponi con forza e dolcezza Vieni a insegnarci la via della vita! Davvero fu la Sapienza di Dio a insegnare all’uomo la via della vita attraverso il sacrificio da cui scampò Isacco. Un altro figlio infatti, cioè Cristo, sarà un giorno sacrificato, ma il Padre stesso lo glorificherà offrendo così all’uomo la vera via della vita.
Accanto a Isacco, Rebecca, dal cui seno nacquero Giacobbe ed Esaù. Da Giacobbe nasceranno dodici figli che diventeranno il compimento della promessa fatta ad Abramo. Dai figli di Giacobbe – che dopo la lotta con l’angelo di Dio prenderà il nome di Israele - nasceranno le dodici tribù d’Israele. Giacobbe ebbe i figli da due mogli: Rachele e Lia e dalle schiave delle due donne.
La vicenda dei figli di Israele è narrata, nel presepe, attraverso Tamar, una delle donne entrata a far parte della genealogia di Gesù secondo l’evangelista Matteo. Tamar, rimasta due volte vedova senza prole, si unirà –travestendosi da prostituta - al suocero Giuda per mantenere quella discendenza che darà poi frutto nel Messia promesso.
Delle mogli di Giacobbe è rappresentata Rachele, la preferita, la madre di Giuseppe e Beniamino. Sarà a causa di Giuseppe, venduto dai fratelli, fatto schiavo in Egitto e diventato poi vice re del Faraone, che i figli di Israele si trasferiranno nella terra dei faraoni.
L’era di Mosè e dei Giudici
In Egitto dopo 400 anni circa sorgerà Mosè il quale, dopo la formazione egiziana di quarant’anni, ne trascorrerà altri quaranta nel deserto di Madian. Qui sposerà Zipporà, figlia di Ietro, un amore doloroso per la vocazione di Mosè. In Madian Mosè riceverà la rivelazione del Nome al Roveto ardente. Libererà poi il popolo dall’Egitto attraversando per altri quarant’anni il deserto fino alla terra promessa.
Nel percorso verso la terra Promessa il popolo incontra un profeta pagano, Balaam di Beor, un vero profeta che, chiamato a maledire Israele per conto del Re di Aram, finisce per benedirlo perché il Signore glielo suggerisce. Le benedizioni di Balaam sono tra i più bei passi messianici dell’antico Testamento entrati a far parte delle Antifone “O”. Dal popolo di questo antico profeta discende uno dei Magi che renderà omaggio al Salvatore.
Sarà Giosuè a far entrare il popolo nella terra santa, dove la vita del popolo verrà organizzata attraverso capi di tribù. Nascono così i giudici dei quali uno, il giudice supremo, farà le veci di Mosè decidendo i casi più gravi. Il cartiglio di Giosuè reca l’antifona “O” che parla della rivelazione a Mosè: O Signore, guida del tuo popolo che hai dato la Legge a Mosé sul monte Sinai: vieni a liberarci con la tua potenza!
Tra i giudici diventerà famosa anche una donna: la profetessa Debora che con i suoi oracoli guiderà Israele alla vittoria sui nemici.
Si inserisce idealmente in questo punto della storia, benché rappresenti un libro a parte, la vicenda di Rut. Una storia molto simbolica dove Rut, moabita, per amore della suocera conoscerà il Dio di Israele e si convertirà. Rut sposerà il parente più prossimo del marito, Booz, e darà alla luce Obed, padre di Jesse, padre di Davide. Rut entra nella genealogia di Matteo, appunto perché bisnonna di Davide.
Dopo quarant’anni dalle vittorie riportate dal popolo grazie a Debora sorge tra i giudici Gedeone, il più piccolo tra i membri della sua tribù, quella di Manasse, che è a sua volta la più piccola fra le tribù di Israele. Un angelo gli annuncia sarà proprio lui a liberare il popolo dalle insidie dei madianiti. La chiamata di Gedeone rimanda direttamente a quella della Vergine Maria, anche lei la più piccola tra le figlie di Giuda.
Ultimo giudice e primo fra i profeti sarà Samuele. Nato miracolosamente dalla sterile Anna, diventerà quel profeta che ungerà Saul come Re. Le pressioni che il popolo riceveva dai nemici erano tali da indurlo a difendersi mediante un esercito e una monarchia. Samuele, prima restio a questo passo, poi per ordine di Dio, ungerà anzitutto Saul e, dopo il ripudio da parte di quest’ultimo da parte del Signore, ungerà il piccolo Davide di Betlemme.
Davide sarà re secondo il cuore di Dio, santo e peccatore insieme. A lui si accompagnano, nel presepe, Natan il profeta più saggio della corte del re e Betsabea, la donna che benché conosciuta nel peccato, fu poi amata con un trasporto d’amore tale da meritare di esser scelto proprio il figlio di Betsabea, Salomone, quale erede al trono.
Salomone sarà quello che edificherà il tempio desiderato da Davide per il Signore. A Davide però, Dio per mezzo del profeta Natan, aveva promesso una casa ben diversa da quella che egli ha in animo da costruire. Dio promette una discendenza che durerà in eterno quella del Messia. Per questo Davide e Betsabea con in braccio Salomone sono vicini alla greppia di Gesù.
Una regina straniera, la regina di Saba, onorerà Salomone di una sua visita e riconoscerà in lui una Sapienza che viene dall’alto. Un re di Saba sarà un altro dei Magi che giungerà ai piedi di Gesù per rendergli omaggio.
Il tempo dei profeti e la divisione dei regni
Sotto la reggenza dei figli di Salomone il regno di Israele conoscerà la divisione. Dieci tribù formeranno Israele, una sola tribù formerà Giuda. La tribù di Levi, legata al Santuario, quindi a Giuda, si troverà divisa.
È il tempo dei profeti. Più grande fra tutti Elia che con la sua misteriosa assunzione al Cielo, sarà segno della risurrezione del Signore. Non solo. L’attesa del suo ritorno costituirà un punto importante per il riconoscimento del Messia da parte degli ebrei. Elia predica nel Regno di Israele, quello più infedele a Dio, quello che per primo cadrà in mano agli stranieri. A Elia succederà Eliseo suo discepolo e, lui pure, grande profeta.
In questa fase della storia d’Israele è collocata la storia di Giona, figura emblematica che narra la fatica del popolo di Dio ad aprirsi alle genti. Anche Giona con la sua discesa nel ventre della balena per tre giorni e tre notti, con il suo nome che significa colomba, è un segno del destino di morte e risurrezione del Messia promesso.
Ai grandi profeti s’intercalano i profeti minori, notoriamente dodici. Questi richiamano il popolo alla verità della fede dentro la minaccia del sincretismo religioso e del torpore. I richiami saranno inutili e il popolo, prima Israele e poi Giuda, sarà deportato a Babilonia.
Isaia fu uno dei più grandi. Il libro contiene l’annuncio di tre profeti, ma è il proto Isaia ad annunciare la nascita del Messia attraverso alcuni oracoli noti come libretto dell’Emmanuele.
A Michea, uno dei profeti minori che predica nel regno di Giuda, appartiene l’oracolo su Betlemme, la più piccola fra le città di Giuda, scelta per essere la città del Messia.
Osea predica ad Efraim e in Samaria, è il profeta che sposerà una prostituta come simbolo di un popolo che si prostituisce con altri dei.
Sofonia invece, profeta della Giudea, esplode in un grido di consolazione: Il Signore ha revocato la tua condanna. Re d’Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura.
In questo periodo si colloca la storia di Tobia, un deportato degli Assiri che trova la salvezza per sé, per il padre e per la propria sposa, grazie all’aiuto di un angelo, diventato paradigma dell’angelo custode che guida ogni uomo.
Ad Abacuc, profeta nel regno di Giuda, abbiamo messo in mano un'altra Antifona “O”: «O Astro che sorgi, splendore di luce eterna e sole di giustizia: vieni e illumina chi giace nelle tenebre e nell'ombra di morte».
Il grande Geremia predice a Gerusalemme la sventura, lo assiste Baruc suo segretario e profeta a sua volta. Essi vedranno l’assedio e la caduta di Gerusalemme. Geremia è il profeta che annunzia una nuova alleanza.
Il profeta Naum annuncia la caduta di Ninive, capitale del nemico principale della Giudea, quella che secondo il libretto di Giona si sarebbe convertita per la predicazione del profeta. A lui abbiamo assegnato un’altra antifona “O”: «O re delle Genti e pietra angolare della Chiesa: vieni, e salva l'uomo che hai tratto dalla terra»
Caduta di Gerusalemme deportazione in Babilonia
In quest’epoca, ambientata al tempo di Nabucodonosor, abbiamo la storia di Giuditta. Una donna forte e fedele a Dio e al marito che sconfigge il terribile Oloferne tagliandogli la testa. Il suo coraggio, dice la Scrittura, non cadrà dal cuore degli uomini. La Chiesa legge questo passo applicando alla Vergine Maria.
Anche la storia di Susanna è ambientata in Babilonia nel VI secolo a.C, al tempo del profeta Daniele. È la storia di una innocente accusata e infine redenta per la voce della verità espressa dal profeta. Susanna è segno dei processi che anche il Messia dovrà subire.
Anche Abdia vive la caduta di Gerusalemme, mentre Daniele predica già nel contesto della corte babilonese.
Figura di spicco ed emblematica è quella della Regina Ester che diventando regina presso il re Assuero salverà il popolo ebreo dalla distruzione.
Nel regno di Persia sorge un Re, Ciro, che sarà chiamato dalla Scrittura Messia perché permetterà agli ebrei il rimpatrio e quindi la libertà. Al regno di Persia si assegna la provenienza del terzo tra i Re Magi.
Il tempo del ritorno e della rinascita di Israele
Ezechiele predica in Gerusalemme la restaurazione del tempio e della comunità di Israele e annuncia una promessa inaudita da parte di Dio: Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
A Gioele, altro profeta minore, abbiamo assegnato l’ultima antifona “O”: «O Emmanuele, Dio-con-noi, attesa dei popoli e loro liberatore: vieni a salvarci con la tua presenza».
Aggeo e Zaccaria profetizzano la ricostruzione definitiva del tempio e l’ingresso del Messia nel Santuario di Sion : Esulta grandemente figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re.
Esdra e Neemia sono i protagonisti della ripresa del tempio e delle sue liturgie. La loro guida segna la nascita del giudaismo.
Due libri Sapienziali Qoelet e il Siracide, sono come indici puntati verso il Messia. Il primo attesta la vanità di tutte le cose e la priorità della salvezza. Non giunge Qoelet ad affermare la vita eterna, ma la lascia come domanda piena di senso e di ironia. Ben Sira, invece, il cui nome proprio è Gesù è uno dei libri sapienziali che raggiunge il vertice dell’Antico Testamento in merito alla speranza della vita eterna.
Malachia chiude la carrellata dei profeti e in certo modo apre il Nuovo Testamento, è il profeta Il cui oracolo più famoso scandisce l’arrivo del Messia attraverso un Messaggero che Cristo stesso ha additato nel Battista. Egli è quell’Elia che doveva venire: «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me!».
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