Il Cantico di Maddalena in edicola!
Un'avventura umana avvincente, un periodo storico tra i più travagliati, una storia appassionante quella di Caterina Sordini, oggi Beata Maria Maddalena dell'Incarnazione. Proproniamo qui un passaggio del libro da cui il regista ha attinto per realizzare la trama del Film.- Autore:
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QUARTO POEMA
«Io dormo, ma il mio cuore veglia. Un rumore!
È il mio diletto che bussa: aprimi, sorella mia,
mia amica, mia colomba, perfetta mia;
perché il mio capo è bagnato di rugiada,
i miei riccioli di gocce notturne».
Il sonno dell'amata rappresenta il peso d'ombra che la lega alla sua notte: ciò le impedisce il dono assoluto che ella sogna di fare.
L'amante sopraggiunge improvvisamente a notte fonda e al colmo del sonno di colei che ama. Egli ha i segni della notte e del viaggio: la pioggia e la rugiada gli inondano il capo.
Viene il momento della notte. Il buio della fede. Ora che il decreto è stato approvato, ora che le adorazioni si susseguono ininterrotte, ora che il Negret inizia l'acquisto di una tenuta per assicurare una rendita annua all'istituto, ora bussa alla porta la paura.
La Madre è pronta: «l'amore veglia; se anche riposa non dorme. Nella fatica non si stanca; angustiato non si abbatte; minacciato non si conturba; ma come fiamma vivace e fiaccola ardente si leva in alto e va avanti sicuro» (Imitaz. lib. III).
Ma le altre?
Non tutte sono pronte alla donazione di sé nel momento della prova. Non tutte riconoscono l'Amato, anzi proprio all'interno della comunità fiorisce la zizzania del rinnegamento. È sempre una storia di peccato quella che incrina le armonie dell'amore: una giovane romana, impermalosita per il suo allontanamento dal monastero, rilascia false accuse a danno della comunità presso il cognato, influente giacobino. Fin dall'uscita da Ischia la Madre aveva confidato al Baldeschi: «Nessuna di queste giovani romane sarà Adoratrice: le mie prime figlie saranno fiorentine!».
«Senza dolore non si vive nell'amore. Chi non è pronto a tutto soffrire e conformarsi alla volontà del diletto, non è degno di essere chiamato vero amante».
Madre Maddalena «dorme» nel fiducioso abbandono in Dio e «veglia» alimentando in cuore la fiaccola della fede. Ella riconosce nel buio i segni dell'Amato. Vede la Croce e l'abbraccia infondendo anche alle altre serenità e coraggio.
«O mio sommo bene, voglio amarti coraggiosamente, confidentemente, teneramente, efficacemente!
Io non ti chiedo che mi liberi dai mali che soffro, ma la forza di soffrirli per tuo amore. Ti chiedo solo la grazia di vivere e di morire sulla croce!».
Si scatena il putiferio. La tanto auspicata vestizione non si farà. Il Cardinal Despaich, successore del Cardinal della Somaglia, indice un processo e allontana Padre Baldeschi destituendolo dalla guida della Comunità.
Alla notizia ditale ordine la Madre non batte ciglio: con una intrepida semplicità risponde: «Sua Eminenza non ce lo vuole (il Baldeschi), ma quella - e indica Maria Santissima - ce lo vuole!». Nuova profezia. Dimostrate senza fondamento le accuse, Padre Giovanni torna alle Quattro Fontane e accanto a lui il Santo Padre designa superiore Monsignor Menochio, agostiniano, con il comando di avere molto a cuore le sorti dell'opera.
Pare il ritorno della serenità, ma è solo una breve schiarita.