Marzo: ritorno dall'esilio, solo lo stupore conosce

E così seppe guardare al tempo che scorre, come dice la bolla giubilare, con la certezza che la storia dell’umanità e quella di ciascuno di noi non corrono verso un punto cieco o un baratro oscuro, ma sono orientate all’incontro con il Signore della gloria.

Il 19 marzo 1814, duecentodieci anni or sono, Madre Maddalena rientrava a Roma dopo l’esilio di Firenze. Nessuno le consigliava questo ritorno: Roma era insicura, in preda all’anarchia. Il papa non era ancora rientrato; i giacobini, ormai perdenti, e i romani, ostili ai francesi, si tendevano tranelli e, spesso, ignari passanti ne restavano vittime. Rappresaglie e attentati non si contavano. Madre Maria Maddalena non si lasciò intimidire dalle insicurezze umane, elle seppe sempre guardare alla vita con stupore anche nei momenti più difficili. A quanti, in Firenze, le promettevano stabilità e successo ella rispondeva: Roma cuore della Chiesa è il luogo che Dio mi ha indicato! E così seppe guardare al tempo che scorre, come dice la bolla giubilare, con la certezza che la storia dell’umanità e quella di ciascuno di noi non corrono verso un punto cieco o un baratro oscuro, ma sono orientate all’incontro con il Signore della gloria. La cosa più importante per lei era erigere il trono Eucaristico nel cuore della Chiesa perché un giorno la Presenza di Cristo potesse risplendere nel cuore di ogni uomo. Questa era la sua grande missione e nessun pericolo nessun travaglio la spaventavano. Se oggi migliaia di tabernacoli risplendono della Presenza lo dobbiamo anche a questa indomita donna di Dio. Nel suo atto di ammirazione, che oggi potremmo chiamarlo Atto di stupore: Qual meraviglia! Qual prodigio! O bontà incomprensibile del mio Dio! O degnazione ammirabile della Sapienza increata! Chi mai lo avrebbe creduto? Chi avrebbe mai pensato o potuto immaginare, o Gesù mio,
che dopo esserti incarnato, aver calpestato per trentatré anni la polvere del nostro esilio,
esserti immolato per noi sull’Altare della Croce ed essere visibilmente asceso al Cielo,
hai anche voluto rimanere con noi sino alla fine del mondo, in forma di Vittima e di Ostia,
per essere nello stesso tempo nostro perpetuo Sacrificio e Viatico del nostro pellegrinaggio!


Ecco come direbbe Gregorio di Nazianzio: solo lo Stupore conosce! Davvero solo stupore di un Dio che ci ama anche nel tradimento e nella fragilità, potremo avere la fora di superare gli ostacoli della vita.