Cuor Sacro o cuor profano?

Da Paray le Monial, all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ai nostri giorni: pagine di storia che fanno riflettere e inducono a lottare in ginocchio.
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Era l’inizio dell’estate del 1689 quando, nell’allora sconosciuto Monastero di Paray le Monial, Gesù appare per l’ennesima volta a una monaca della visitazione, Margherita Maria Alacoque, affidandole il compito di invitare re Luigi XIV, il re sole, a un atto di riparazione in onore del suo Sacro Cuore. Gesù, attraverso l’umile monaca, rammenta al sovrano la sua nascita miracolosa (la madre Anna d’Austria lo partorì dopo 23 anni di matrimonio grazie al voto di consacrazione della Francia alla Vergine Maria fatto da Luigi XIII e celebrato nell'agosto 1638. Luigi XIV nacque il 5 settembre del medesimo anno) e lo invita a fare una solenne consacrazione nazionale al Cuore di Gesù ponendo anche l’immagine del Sacro Cuore al centro della bandiera francese.
Re Luigi XIV, lo sappiamo dalla storia, non fece nulla di tutto questo. Ascoltando il chiacchiericcio di corte, i brusii degli immancabili pettegoli, compresi i duca d’Este che alloggiavano esiliati in Francia, il sovrano ignorò completamente l’invito. Tutti rammentarono al giovane e sprovveduto re, quanto le altre corti europee avevano preso in giro il padre per aver fatto quel voto di consacrazione alla Vergine che lo aveva visto nascere, così, più che i fatti della storia, poterono sul sovrano le lingue dei mali consiglieri.

Cent’anni dopo in un’altra estate, quella del 1789, un altro Luigi, questa volta XVI, ripensò a questi fatti.
Re Luigi XVI alle prese con una rivoluzione che cambierà la storia dell’Europa, la Rivoluzione Francese, ritrattò la firma che aveva concesso per la costituzione civile del clero (che provocò in Francia una persecuzione senza precedenti e l’uccisione di migliaia di sacerdoti e religiosi/e) fece ammenda onorevole e s’impegnò a consacrare la Francia al Sacro Cuore. Era troppo tardi: il re fu destituito il 10 agosto del 1792 e morì ghigliottinato il 21 gennaio 1793.

Da quel momento però una sorta di febbre del Sacro Cuore attraversò la Francia e l’Europa e basterebbe citare l’insurrezione della Vandea (1793-1795) per rendercene conto: il Cuore di Gesù divenne una sorta di simbolo contro-rivoluzionario. È da questi eventi che maturerà, in seguito, l’idea di un monumento nazionale dedicato al Sacro Cuore di Gesù, realizzato poi a Montmartre nel 1870.

In questo stesso 1870 nasce, almeno sul piano embrionale, l’idea sostenuta da molti esponenti delle correnti culturali cattoliche guidate dall’economista e sociologo italiano Giuseppe Toniolo, di una Università cattolica. Toniolo, prima di morire, nel settembre del 1918 raccomanderà a padre Agostino Gemelli e ai suoi collaboratori di realizzare l’Università: «Io non vedrò la fine della guerra –disse Tonioli- ma voi, appena essa è terminata, fatela, fatela, l’Università Cattolica».

Ebbene sfogliando così, anche solo superficialmente queste pagine di storia, mi sono sorpresa e sono rimasta profondamente colpita dai fatti recenti che hanno come protagonista proprio l’Università Cattolica di Milano.
Leggo sul sito del Centro Studi Jean d’Arc, notizia rilanciata anche dal portale CulturaCattolica.it, che l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha adottato un Codice Etico che fa propri i principi ispiratori della Costituzione della Repubblica Italiana e del Trattato sull’Unione europea, come modificato a Lisbona il 13 dicembre 2007. Ogni studente – tra l’altro - è tenuto a sottoscriverlo entro il 30 giugno 2012.
Quello che sgomenta è che il trattato in questione, come ha evidenziato S.Ecc. Mons. Dominique Marie Jean Rey, Vescovo di Frejus-Toulon, «rappresenta in molti punti una rottura intellettuale e morale con le altre grandi formulazioni giuridiche internazionali, presentando una visione relativistica ed evolutiva dei diritti dell’uomo che mette in causa i principi del diritto naturale»

Come mai una Università quella di Milano, che vede la sua nascita legata alla difesa dei principi cattolici in un mondo che andava scristianizzandosi, che porta un titolo Sacro Cuore appunto, che era simbolo stesso di questa lotta contro le rivoluzioni laiciste, oggi obbliga i suoi studenti a sottoscrivere un Codice etico contrario ai principi stessi che l’hanno vista sorgere?
È il caso di chiedersi sotto quale Cuore pulsa la vita della più famosa università italiana? Cuor Sacro o Cuor profano?
Lascio ai lettori le conclusioni. Certo è che il livello di degrado culturale e di sbandamento ideologico tocca in questo fatto uno dei punti più alti.
Forse l’arma migliore stando alla storia delle rivelazioni private cattoliche (come quelle di santa Margherita Maria Alacoque) resta la consacrazione al Cuore di Gesù di ciascuno di noi, delle nostre famiglie e la recita quotidiana della coroncina al Sacro Cuore.