Il Bimbo è l’Agnello

Continua il reportage di suor Maria Teodora da San Francisco. Ecco la culla, il Presepe, la via Crucis e l'Eucaristia: un viaggio fra Natale e Pasqua che conquista e commuove!

La culla è pronta. Il bambino non ha ancora del tutto compiuto i giorni nel ventre di sua madre ma il suo destino è già segnato. Ogni presepe in questi giorni ha già una culla vuota in attesa della notte di Natale, ma nel presepe delle adoratrici in San Francisco quest’anno il destino del nascituro divino è messo in evidenza dalla presenza dell'agnello vicino alla culla. Un Agnello tutto bianco, destinato a imbrattarsi del colore dell’amore donato, del rosso del sangue. Quel rosso, a ben guardare la culla, è indicato da un pettirosso simbolo di quel cuore che tanto ha amato gli uomini da donare la vita affinché l’uomo trovasse dimora nel suo Sacratissimo Cuore. È quasi il riassunto del cammino fatto quest’anno nel monastero a Pietrarubbia grazie alle catechesi di suor Gloria. Quel Bambino che stiamo attendendo ha un cuore che ama così tanto da non risparmiare la sua vita: questo è il suo destino. Questa è la sua glorificazione.
Il rapporto tra Natale e Pasqua viene così evidenziato anche qui, a San Francisco in una chiesa intitolata al Santissimo Sacramento. Questa chiesa nasce, infatti, con l’arrivo delle monache adoratrici nel 1927, fuggite dalla persecuzione messicana.
Vedo i fedeli entrare e capisco che la loro fede è proprio segnata da questo rapporto: le soste prolungata davanti al Santissimo Sacramento che con fedeltà, soprattutto alcuni adoratori iscritti alla Pia unione, compiono quasi tutti i giorni terminano con un atto di contemplazione davanti al presepe, non prima di aver percorso le singole stazioni della Via Crucis con Gesù fino al calvario. In questa chiesa il fedele vive tutta l'economia della salvezza: dal mistero dell'Incarnazione, passando per la passione, morte e resurrezione del Signore, giungono a contemplare l’eternità nella Santissima Eucaristia. Probabilmente l’orante non sa che sta pregando con gli stessi sentimenti della beata Maria Maddalena dell'Incarnazione la quale, affascinata dal mistero del Natale, contemplava nell'Eucaristia Gesù sacrificato e glorioso. La gloria cantata dagli angeli nella notte di Natale si sottomette alla notte del calvario per compiersi nel giorno di Pasqua. Tutto ciò sotto i nostri occhi. Il «già» e il «non ancora» in quella grotta e su quell’altare.