Il cuore e la croce
Consacrarsi al Cuore di Gesù e al Cuore di Maria è il vero modo per aiutare questa nostra società a non cadere nel baratro verso cui si sta dirigendoNiente di più religioso di un cuore sormontato da una croce. Il monaco francese Charles de Foucault ne fece il simbolo per restare all’ultimo posto, con i dimenticati della terra, gli uomini del deserto, i Tuareg.
Niente di più politico di un cuore sormontato da una croce. I contadini della Vandea, poveri, dimenticati dalla Rivoluzione, ma fieri della loro terra e delle loro radici, ne fecero lo stemma della loro resistenza.
Niente di più umano di un cuore sormontato da una croce. Prima di Santa Teresa d’Avila, prima di Santa Margherita Maria Alacocque, Gertrude di Helfta (XIV sec) fu apostola dell’umanità di Cristo e del suo Cuore trafitto.
Niente di più fastidioso per la cultura moderna del Cuore di Cristo e non se ne comprende il perché o, forse, si capisce così bene che parlarne diventa superfluo.
Eppure 330 anni fa, in quel lontano 17 giugno del 1689, proprio a Margherita Alacoque il Signore rivelò che la salvezza di una nazione dipendeva dalla sua devozione al Sacro Cuore. Il re di Francia doveva esibire l’effige del Cuore per salvare la sua patria dalla sciagura. Così nel il 19 agosto 1931, quando Nostro Signore Gesù Cristo apparve a Suor Lucia di Fatima, le diede questo messaggio: «Fai sapere ai miei ministri, dato che seguono l’esempio del Re di Francia nel ritardare l’esecuzione della mia richiesta, che lo seguiranno nella sciagura». L’esecuzione della richiesta era la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
Ripetutamente negli ultimi secoli il Cielo si scomoda per insegnarci che politica e fede non sono così separati e che la preghiera e le grida verso Dio sono l’arma più efficace per combattere chi minaccia la nostra vita. Non solo, ma Colui che vuole difendere noi, suoi fedeli, vuole anche salvare il nemico, il persecutore, dalla morte terrena e da ben altra morte. Quella eterna.
Così in un momento delicatissimo, di grande confusione; in un momento in cui all’orizzonte si profila il rischio di guerre di ogni tipo: civili, economiche e financo armate, forse dovremmo semplicemente inginocchiarci e pregare e consacrare la nostra famiglia, la nostra comunità, la nostra patria ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria. Un linguaggio obsoleto? Roba da sacrestia? Può essere. Ma come dissero i saggi servi di Naaman il siro (2Re 5): «Se il profeta ti avesse ingiunto una cosa gravosa, non l'avresti forse eseguita?» Tanto più, dunque, fare un gesto semplice come invocare su di noi, sulla nostra patria e sulle nostre famiglie, la protezione e la benedizione di un Cuor carneo, fonte di fede, di difesa e di amore per l’umanità.
Molti luoghi comuni si raccontano in super gettonati libri di storia, molte falsità ideologiche sono riportate sulla mistica cristiana e i suoi risvolti politici e sociali. E noi, in nome di quell’onestà intellettuale tanto acclamata, non dovremmo forse esplorare in libertà il genio di tanti santi? Molti di loro, nell’ascolto e nella preghiera, seppero trovare soluzioni geniali che, perduranti nell’oggi mediante strutture sociali e religiose, rappresentano l’ossatura della nostra società.
Lo stesso Teilhard de Chardin, che non si può certo tacciare di bigottismo conservatore, indica il sacro Cuore centro motore dell’Universo proiettandolo in una visione cosmica moderna: Allora il Cuore di Gesù potrà apparire agli occhi ammirati dell’uomo del III Millennio ciò che è: il centro vivente dell’universo, che egli anima con il suo battito segreto.
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