Il Lume, i Laici e le Campane

Il lume, i laici e le campane, tre elementi che furono importanti nella fondazione di Madre Maria Maddalena, forse neppure lei potè comprendere quanto queste cose sarebbero diventate profezia per l'oggi. Fede e Ragione (il lume), la necessità che i fedeli tornino ad adorare (i laici), la necessità della missione (le campane), tre profezie per il nostro tempo.
Fonte:
CulturaCattolica.it
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IL LUME
Perché il lume? La Madre visse in un secolo che si autodefinì il secolo dei lumi. La parola “lume” fioriva spesso, a quel tempo, sulla bocca degli anticattolici e stava ad indicare la Ragione per la quale l’uomo si distingue e si eleva al di sopra di qualunque altra creatura. Soltanto ciò che la Ragione può comprendere e codificare è da considerarsi reale, irreale e inutile è invece tutto ciò che non è dimostrabile e circoscrivibile, come appunto la mistica o l’esperienza di fede.
Il Lume della Ragione era pertanto la “bandiera” degli intellettuali del tempo i quali produrranno quella filosofia, l’illuminismo appunto, che getterà le basi della società contemporanea e che sta alla radice dell’odierna scristianizzazione. Ebbene Madre Maria Maddalena ebbe il coraggio di chiamare il carisma ricevuto da Dio proprio con questa stessa parola: il Lume, «Quando Iddio, Padre di tutti i lumi si degnò farmi capire che facessi questa fondazione sotto il titolo del Santissimo Sacramento l’anima mia provò molto contento sul riflesso del gran compiacimento che avremmo noi a dare a Gesù colle nostre continue adorazioni, e con quelle ancora che avrebbero potuto fare avanti di Lui le persone del secolo». (Esortazione §1)

L’uso di questo vocabolo fa riflettere: nonostante un’indole contemplativa che la spingeva a rimanere nell’intimo dialogo con Gesù Eucaristia, Madre Maria Maddalena non fu una donna dimentica della storia. Pur nella sua semplicità e ignoranza, sull’esempio di un’altra grande italiana - della quale peraltro portava il nome -, Caterina da Siena, fu donna capace di entrare in dialogo con la cultura del suo tempo. Parlare dell’ispirazione ricevuta da Dio appropriandosi di una parola che era sulla bocca di molti anticlericali fu un atto di grande coraggio, capace di dichiarare senza timori come il vero lume della storia sia non la Ragione, ma Gesù Presente nell’Eucaristia. Una Presenza Reale eppure “Altra”, un Dio non Assoluto ma Personale capace di entrare in relazione con la sua creatura.

LE CAMPANE
Le campane sono un richiamo religioso forte. Il crocifisso deve essere visto, compreso, le campane possiedono invece una loro eloquenza: sono la voce di Dio nel mondo e possono essere udite in lontananza. Nei luoghi dove la fede venne perseguitata le campane furono spesso fatte tacere. Così accadde anche all’epoca della Rivoluzione Francese e del Risorgimento.
La Madre fondò il suo Monastero a Roma nello Stato Pontificio dove, grazie certamente alla vigile presenza del Santo Padre, le campane si suonavano ancora. Sappiamo però che la città di Roma era nel mirino delle ire Giacobine. Furono tali e tanti gli infiltrati e i conquistati alla causa di Napoleone che quando i Francesi nel 1808 entrarono in Roma i romani quasi non se ne accorsero.
In una città così la Madre non si contentò di additare la Presenza del Vero Lume con l’erezione discreta di un luogo di preghiera, ma volle anche segnalare l’inizio dei turni di adorazione con tre tocchi di campane. Una scelta che nel contesto di allora fu certamente una provocazione, era una voce che gridava: qui c’è Dio, qui c’è il Santo dei Santi! Venite Ad oremus!
Madre Maria Maddalena avvertì profeticamente il dovere dell’annuncio. Pur nel rispetto della vita claustrale volle i suoi monasteri nel centro delle città perché fosse annunciata questa grazia: Dio è Presente per antonomasia nell’Eucaristia. Qui c’è la sorgente della Chiesa, la linfa vitale della Fede cristiana; qui c’è la luce per gli erranti, il cibo per i deboli e per i forti. La Madre volle gridarlo a tutti: ai vicini, ai lontani, ai distratti, agli indaffarati e usò per questo l’umile voce delle campane.
All’interno della Chiesa, poi, volle l’adoratrice, non solo visibile e udibile, ma anche Maestra di preghiera. Durante le ore di adorazione, infatti, intervallati da lunghi silenzi, venivano letti degli Atti composti dalla Madre stessa. Atti che erano per il popolo delle intense catechesi, perché imparasse a pregare, perché potesse dire a Gesù “Ti amo” in mille e svariati modi, ma pieni di quella dottrina che ha formato da sempre il popolo cristiano.

I LAICI
L’esperienza di San Benedetto, l’esperienza di San Francesco e, in genere, di tutti i contemplativi, ha una origine molto simile: un uomo incontra Dio e lascia tutto per possedere Lui solo. Si ritira in disparte e modula la sua vita sulle note dell’ora et labora. La gente però intuendo la bellezza di questa esperienza vuole imitarlo, va a cercare quest’uomo e gli chiede di poter partecipare della medesima grazia, senza però lasciare tutto, rimanendo cioè nel mondo in mezzo alle proprie attività. Nasce così la vocazione degli oblati o il terz’ordine.

Madre Maria Maddalena ribaltò completamente la prospettiva e anche in questo fu profetica perché intuì la necessità dei monaci di città due secoli prima che nascessero. Il suo istituto infatti non nacque principalmente come esperienza personale offerta alle monache, pur rimanendo un dato ovviamente implicito. L’istituto nacque anzitutto per assicurare l’Esposizione di Gesù Eucaristia per la venerazione pubblica, suo compito era quello di ridare un centro, la Presenza di un Mistero, dentro una civitas che stava rapidamente perdendo punti di riferimento e orientamenti per la vita. Molte confraternite del Santissimo Sacramento praticavano ai tempi della Madre l’adorazione perpetua. Nessuna tuttavia perseverò nel proposito nonostante la volontà e l’impegno dei sacerdoti e dei missionari che l’avevano promossa. Tra i vari motivi che portarono a questo, gli impegni di lavoro, la dimenticanza, l’affievolirsi del desiderio, Madre Maria Maddalena ne individua uno centrale prioritario rispetto a tutti gli altri: queste confraternite non erano sorrette dalla presenza di una comunità religiosa che assicurasse il turno costante delle Adorazioni davanti a Gesù Eucaristia.
Ella volle che le sue monache davanti al Santissimo Sacramento avessero la coscienza di svolgere un servizio prezioso per la Chiesa prima che per loro stesse. L’Adorazione, dunque, che è il momento più contemplativo della giornata, è per ogni monaca anche il momento più missionario. Grazie a questo umile servizio ogni fedele nel turbinio degli impegni quotidiani può godere di una pausa contemplativa nella quale attingere ogni grazia dalla Presenza Reale del Signore.

UNO SGUARDO A MARIA
Non si può non concludere questo breve profilo senza dare uno sguardo a Maria sotto la cui protezione Madre Maria Maddalena mise il suo Ordine.
La Madre, che originaria dell’Argentario aveva attinto alla spiritualità di San Paolo della Croce, ebbe una grande devozIone alla Vergine Addolorata. Pio VII, proprio negli anni della fondazione dell’Istituto, approvò la festa liturgica della Beata Vergine dei Sette Dolori fissandone la celebrazione per la terza domenica di settembre.
Onorare Maria sotto il titolo di Addolorata non è solo desiderio di imitare la sua intima partecipazione all’offerta del Figlio sulla Croce, partecipazione a cui ogni Eucaristia chiama. Ma è anche far memoria di un annuncio. La Vergine Addolorata è la donna a cui viene annunciata una nuova maternità, una maternità universale. E questa chiamata di Maria ad essere Madre ogni uomo, passò concretamente per la persona di Giovanni prima, e di tutti gli altri discepoli del Signore poi.
L’esperienza della maternità universale di Maria passò cioè attraverso le persone che caddero sotto il raggio della sua azione. Così Madre Maria Maddalena ha voluto ogni sua adoratrice “Madre della Chiesa”, Madre di ogni uomo, proprio facendosi carico di tutti coloro che il Signore pone sotto il raggio della sua azione sebbene mediata dagli esili canali della vita claustrale.