La Bellezza salverà i nostri cuori
Giorgio Paolucci sulla rivista Credere ha realizzato un bellissimo servizio sulla nostra Comunità. Sotto potete scaricare il pdf della rivistaMontefeltro, luogo ricco d’arte, di storia e di bellezza. È nel cuore di questa regione, tra le mura di un monastero di origine francescana che risale al Cinquecento, che ci accolgono gli occhi luminosi e il sorriso contagioso di suor Maria Gloria Riva. Siamo a Pietrarubbia, un paesino di 700 anime sotto lo sguardo imponente del Monte Carpegna. Qui si è insediata da undici anni una comunità di monache che praticano la clausura costituzionale, dedite all’adorazione eucaristica sulle orme della beata Maria Maddalena dell’Incarnazione, una donna vissuta nel periodo della “furia napoleonica” e che spendeva l’esistenza per ridare un centro all’uomo frammentato e disperso di quell’epoca. Un’epoca che, quanto a frammentazione e dispersione, presenta molti aspetti analoghi alla nostra.
Nella chiesa del monastero, davanti all’ostensorio illuminato, c’è sempre almeno una suora che prega e contempla Cristo presente nell’Eucarestia. Il Bellissimo: lo chiamano così, è il centro della loro vita e delle loro giornate. Ed è la fonte di ispirazione di molte delle loro attività. “Ci accomuna la passione per l’arte nelle sue diverse espressioni, in particolare la musica e la pittura”, racconta Gloria, che ha all’attivo una ventina tra libri e dvd in cui accompagna i lettori a scoprire i riflessi della Bellezza presenti nella pittura di ogni epoca. Un’educazione allo sguardo che lei ha coltivato fin da piccola, in famiglia, poi al liceo artistico. “Lo studio della storia dell’arte mi ha tenuto tenacemente legata a Dio. Mi colpiva come grandi uomini dalla vita disordinata - Caravaggio, Masaccio, Duccio da Boninsegna sempre indebitato, Rembrandt - fossero riusciti a dire Dio nell’arte”.
Una gioventù movimentata, la sua: negli anni Settanta lavora nell’ambito del disegno a fumetto, recita in una compagnia teatrale dell’hinterland milanese, gioca a tennis, pratica equitazione, nuoto, pesca subacquea, svolge attività caritative con disabili e anziani, si dedica al recupero delle memorie di Monza, la sua città. Respira lo spirito della contestazione negli anni Settanta, vive esperienze nel movimento hippy, in una ricerca inquieta e mai doma della sua strada. Nel 1980, a ventun anni, l’episodio che segna la sua esistenza: a un semaforo l’auto su cui viaggia di notte con il fidanzato viene travolta da un’altra vettura. Sette fratture, trauma cranico, emorragia interna, coma. “Ebbi la certezza di essere alla fine della mia vita. Mi sentivo avvolta da una grande pace, e in fondo al buio che mi circondava vidi una piccola luce che mi veniva incontro, bianchissima e palpitante. Dio era là, ne avevo la certezza, e avevo la certezza di essere amata. Quando mi ripresi, all’ospedale, capii che non sarei stata più quella di prima”. Due anni più tardi segue un pellegrinaggio a Lourdes, per capire dove dirigere la sua vita, “non avevo più la certezza che il matrimonio fosse la mia vocazione”. Mentre prega nella cappella dove si tiene l’adorazione perpetua del Santissimo, l’ostia è illuminata da dietro e appare bianchissima. “Improvvisamente mi ricordai della luce vista la notte dell’incidente e capii che da quella luce non mi dovevo più allontanare, Dio mi voleva per sempre con sé”. Il 2 febbraio 1984 entra nel monastero delle Adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento a Monza, dove rimane per vent’anni, studia la Bibbia, la patristica, l’ebraico e la letteratura rabbinica, e approfondisce la passione per l’arte. Poi, nel 2009, la fondazione di una nuova comunità nel monastero intitolato a San Lazzaro e a Santa Maria Maddalena in quel di Pietrarubbia, secondo la regola agostiniana fondata sulla preghiera e sulla vita comunitaria. E nel 2017, l’apertura di un nuovo monastero nel centro storico di San Marino.
Educare le persone all’adorazione e diffondere la passione per la bellezza che salva è la missione della comunità. E l’arte è lo strumento privilegiato per questa opera educativa. Vedere le monache, in gran parte giovani e di recente consacrazione, che pregano la liturgia delle Ore in chiesa cantando e suonando antiche melodie - usando strumenti come l’arpa e la cetra, ma anche altri sconosciuti ai più come la ghironda, il dulcimer, il salterio ad arco - è un’esperienza che rende partecipi di un’armonia col Mistero e scava solchi incancellabili nel cuore.
In questi anni suor Gloria ha promosso corsi di educazione all’arte, e in varie occasioni ha varcato la soglia della clausura per tenere conferenze sul rapporto tra arte e fede in molte città italiane, dove si è fatta apprezzare per la sua straordinaria capacità divulgativa. “Viviamo nella società delle immagini, eppure non siamo più capaci di guardare - dice Gloria -. La preghiera di adorazione è preghiera dello sguardo: si prega davanti al Santissimo per imparare a guardare l’esistenza in maniera nuova. Ma per accorgersi se si sta guardando la vita con uno ‘sguardo abituato’ - come direbbe Victor Hugo - occorre un banco di prova: l’arte, una grande pedagoga”. Sfruttando la potenza evocativa delle immagini, capaci di dire con poco quello che un brano della Scrittura esprime talvolta in maniera complessa, Gloria affianca un’opera d’arte alla spiegazione della Parola per agevolarne la comprensione. Così l’educazione dello sguardo diventa un tramite per l’educazione alla fede.
“Nelle sue lettere dalla prigionia, Bonhoeffer scrisse che era necessario un linguaggio nuovo per dire Dio e le verità della fede. Trovo che l’arte abbia la capacità d assolvere questo compito. Ci testimonia quelle radici culturali che stiamo perdendo, rende esplicito che le istanze dell’uomo contemporaneo non sono diverse da quelle dell’uomo di ieri. E che dunque è possibile, per noi cibernetici e internettiani, trovare risposte nel lento Medioevo o nell’inquieto Rinascimento. Nelle mie conferenze, parlando di arte, vado dritto al cuore delle persone, spesso raccolgo confidenze, domande, lacrime. Non solo di cattolici, anzi, sempre più spesso di persone lontane, ferite dalla vita, con problematiche anche pesanti sulle spalle. Percepiscono qualcosa di nuovo in questo linguaggio, e desiderano conoscerne l’origine. Mi chiedono: come puoi tu vedere tutto ciò? Questo non si impara a scuola... Io non vedo l’ora di rispondere ‘vieni e vedi’, fai esperienza della luce del Bellissimo. Così posso parlare loro dell’incontro con la Bellezza per eccellenza, con Cristo nel sacramento dell’Eucarestia, che insieme alle mie consorelle contemplo ogni giorno. La bellezza espressa dall’arte è davvero una pedagoga che porta a Gesù rispondendo alla nostalgia di infinito che abita il cuore di ogni uomo. Per questo è vero che salverà il mondo”.
Giorgio Paolucci
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La comunità monastica dell’Adorazione eucaristica si esprime in due dimensioni: la contemplazione adorante del Mistero e l’educazione del popolo alla fede, in conformità con la propria indole contemplativa-claustrale. Nel monastero di Pietrarubbia, in provincia di Pesaro, viene offerta anche l’accoglienza: quotidianamente, per partecipare alle funzioni liturgiche o per turni di adorazione eucaristica; saltuariamente, per momenti di ritiro personali, oppure per incontri comunitari che possono prevedere il pernottamento: adoratrici@adoratrici.it.
Suor Gloria Riva ha scritto molti libri su temi di arte e fede, e cura la rubrica quindicinale “Dentro la bellezza” sul sito www.avvenire.it.