Luci della Chiesa viva
Eravamo molti in piazza sanPietro la sera del 27 febbraio 2013 a dire addio a Papa Benedetto. Eravamo molti chiamati non dai mezzi di comunicazione sociale ma dall'amore alla Chiesa e a questo grande Papa. Suor Maria Teodora ci racconta le sue impressioni. Sotto le foto e i video dell'evento.- Autore:
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E vedo la Chiesa viva….Questa è la mia fiducia, questa è la mia gioia. Due espressioni dell’ultima udienza di Benedetto XVI che esprimono la verità della Chiesa e la speranza dell’uomo credente.
La Chiesa è quella che era presente in piazza san Pietro, mercoledì mattina, così com’era presente alla sera dello stesso mercoledì nel corso della fiaccolata che ha fatto compagnia al Papa nell’ultima sera trascorsa nelle sue stanze vaticane.
Volti di giovani e di anziani, di bambini e di uomini d’affari, di religiosi di ogni ordine; lingue diverse che s’intrecciavano incontrandosi in unico grido: Benedetto! Striscioni, foto e cartelloni che, in silenzio, raccontavano di un uomo riconosciuto come uomo di Dio. Tanto affetto, tanta commozione, tanto rispetto e tanta attesa da parte di quanti comprendono che, questo Papa, sa vedere oltre. Questa è la Chiesa viva, quella porzione di popolo che con Benedetto crede ancora nell’azione dello Spirito Santo che tutto fa e tutto rinnova.
La Chiesa nasce come opera di Dio e tale rimane. Dentro questa consapevolezza si radica la fiducia. Fiammelle, voci e nasi all’insù, verso quella finestra che non ci mostrerà più “B16”, facevano da coreografia al Cristus vincit cantato con la certezza della fede.
Laddove tutto sembra indizio di una fine, si rivela invece l’inizio di una nuova Pentecoste: per questo il Papa chiede preghiera. Lui stesso si fa preghiera, voce che s’innalzerà nel silenzio di un chiostro come gemito di un’umanità che solo ora, forse, si accorge dell’unica Parola che salva.
La Parola di Dio ci sottrae dal caos delle parole; ci rischiara laddove regnano confusione e menzogna. La Sacra Scrittura c’insegna che spesso, mentre regnano paganesimo, dispersione e smarrimento, sorge un profeta che indica la via della speranza con la sua stessa vita: così è Sua Santità Benedetto XVI.
Quest’uomo ha radicalizzato il “per sempre” dei consacrati, nel suo ministero petrino, pertanto ritirarsi in preghiera è l’ultima azione che gli rimane da vivere perché davvero tutto sia compiuto. È la stessa preghiera di Gesù nel Getsemani; è l’ultimo atto che lo consegna totalmente al Padre per la salvezza del mondo, in questo preciso tempo storico. Anche Giovanni Paolo II è stato chiamato a quest’ultimo atto di donazione totale, anche se la via scelta da Dio per lui è stata la malattia. Benedetto non si ritira dal suo ministero, lo compie! La sua dimora sarà il giardino degli ulivi e non semplicemente un monastero dove riposare.
Ho davanti l’immagine di Ezechiele al quale Dio chiede di essere un simbolo per il popolo: lo fa uscire da una breccia aperta sul muro. Così fu per Israele. Il gesto di Benedetto indica il da farsi: ciascuno di noi si senta responsabile di questa Madre Chiesa; ciascuno di noi compia l’atto estremo della consegna. Ciascuno di noi si faccia preghiera. Solo ginocchia piegate possono fare compagnia a Sua Santità in quest’ora della Chiesa.
La fede è il dono prezioso che nessuno ci può togliere!- ha detto Benedetto ancora Sommo Pontefice nell’ultimo Angelus . È così. L’Anno della Fede indetto proprio al termine del suo pontificato è un’iniezione di fiducia. Nessuno può sopprimere la fede, benché in molti tentino di farlo, il popolo della fede in Cristo è un popolo che soffre, ma vince. Così ha vinto anche Benedetto XVI: Beati i miti perché possederanno la terra. Davvero in questi giorni Sua Santità ha conquistato la terra, con la sua umiltà e la sua mitezza. Non c’è stato chi in tutto il globo terrestre non sia stato afferrato dalla sua grande umanità.
Guarda il Video, Luce e silenzio per il Papa:
Guarda il Video, Fiaccolata per il Papa: