Manuelito
Una storia incredibile, ma vera. Su un Gesù Bambino messicano che ha attraversato i confini e i controlli ed è ancora oggi, per le sorelle di San Francisco una Presenza, un Dio-con-noi che le accompagnaGuardo la foto di suor Maria Teodora che mi sorride dal Monastero di San Francisco con in braccio quello che le sorelle chiamano el Manuelito. Sorrido e riascolto con le orecchie della memoria la voce, rotta dall’emozione, di Mother Imelda che mi racconta la storia diquel Gesù Bambino.
Correva l’anno 1927 e si preparavano in Messico tutti i presupposti per quella persecuzione che sarà ricordata dalla storia come la pagina cristera. Le sorelle del Monastero di Guadalajara, temendo di veder morire la fondazione sotto i colpi del federalismo che non ammetteva vita religiosa, si divisero: alcune di loro partirono alla volta degli Stati Uniti. Meta: San Francisco. All’ultimo momento la Madre Superiora di allora disse a una delle partenti: dovete portare con voi questo a protezione e ricordo. E le mise in braccio un Gesù Bambino di gesso a grandezza naturale. Un silenzio pieno di commozione regnò fra loro per un attimo. Poi però una sorella richiamò tutte alla realtà dicendo: «Madre, è pericoloso. Stanno distruggendo tutte le immagini sacre che si trovano fuori da luoghi strettamente religiosi e uccidono chi li reca con se. Se dovessero scoprire questo Gesù Bambino tra loro le uccideranno tutte!».
Era vero, tutte ne erano consapevole. La sorella che teneva in braccio Gesù Bambino ebbe un guizzo di felicità e disse: «No se llama Manuelito? Y Manulito sea, el Dios con nosotras! (Non si chiama Manuelito? Manuelito sarà, il Dio con noi)» Trasse dalla valigia un panno di lana bianco avvolse la statuetta di gesso come fosse un bambino vero e se lo portò al petto come la più tenera delle madri che si prenda cura del suo pargolo. E così partirono.
Quella statua di gesso attraversò miracolosamente le dogane, i controlli rigorosi e volò sopra tutto il Messico fino a San Francisco. Ci fu un momento di panico, quando un addetto al servizio di controllo chiese perentorio: «Que lleva ahì? (Cosa portà lì)» e la sorella con grande sangue freddo apostrofò l’uomo intimando il silenzio «para no despertar el nino» (per non svegliare il bambino). E la lasciarono passare.
Il «Dio con noi» «Manuelito» non le ha abbandonate ancora adesso è con loro sostenendo il Monastero con aiuti provvidenza e una grande comunione fra di loro.