Papà Mario, il mio impresario

Suor Maria Vera ricorda il papà di suor Maria Gloria, un vero padre. Un uomo che è stato padre per molti, anche per noi sorelle di Pietrarubbia e di San Marino

La casa di Sr Gloria a S. Albino di Monza, è sempre stata un luogo ospitale per la storia di noi Monache dell'Adorazione Perpetua, soprattutto nella figura dei suoi genitori, mamma Marisa e papà Mario.

Non so perché, ma da quando mi ha conosciuto, ancora postulante, papà Mario mi ha preso in simpatia. In verità ha sempre avuto un occhio di riguardo per ognuna di noi, le ragazze che avevano seguito la Gloria nella fondazione del Monastero di Pietrarubbia e poi in quello di S. Marino. Eravamo tutti dei numeri uno: apprezzava ognuna per il suo talento, e da bravo impresario era interessato ai nostri successi. La sua era una fede semplice: interista convinto, lavoratore creativo, e innamorato della sua famiglia, dei suoi nipoti, di qualsiasi cosa fosse sua e degna di esserci. Era in particolare il mio impresario, perché amava molto dare ordini ai subalterni ed essendo un po' impossibilitato nei movimenti, negli ultimi anni si muoveva in carrozzina, aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse nei suoi urgentissimi lavori: curare l’orto, che negli ultimi anni siamo andate sempre a piantargli noi, sotto la direzione di Sr Erica, esperta coltivatrice; spazzare con il soffiatore il cortile fino al “magazzeno”, ripostiglio che mi faceva sempre mettere a posto, innaffiare le piante e soprattutto: cercare in ogni angolo del cortile tutto ciò che si poteva buttare, di rotto, sporco o semplicemente di scarto, caricare il Wolkswagen, un furgoncino bianco dei tempi andati che guidava ancora, ed andare all'isola ecologica per buttare tutto nei cassonetti differenziati. Questi erano i principali lavori che svolgevamo insieme, lui alla direzione ed io all’esecuzione.

Però quest'anno, e mi commuove pensarlo, per la prima volta mi è stato chiesto da Sr Gloria, la mia Madre e figlia sua, di stare con lui in sua vece, per qualche giorno, quasi una badante o una dama di compagnia. Mario era totalmente autonomo, ma aveva sempre piacere di avere qualcuno a cui vuole bene e che gli vuol bene accanto. In quei giorni preziosi, e non sapevo che fossero gli ultimi, oltre i nostri urgenti lavori, abbiamo avuto la gioia di condividere giretti in bicicletta fino al Canale Villoresi, dove da ragazzo faceva il bagno, e nei dintorni, nei suoi giri soliti, generalmente affrontati da solo, tra la preoccupazione di figli e nuore. Un uomo tanto amato da tutti e che tanto amava.
Condivido un altro ricordo prezioso e forse profetico: quest'anno a Ferragosto eravamo con Mario sia io che Sr Gloria: la sua soddisfazione era grande. Quel giorno pensavamo di andare a Messa lì a S. Albino, ma Sr Gloria ebbe improvvisamente un'altra idea: chiediamo al Mario se vuole che lo portiamo al Santuario della Madonna del Bosco, luogo molto importante per i brianzoli. Mario, sempre molto restio a viaggi e disagi, si dimostrò subito favorevole e disponibile: amava quel Santuario e Villa Moratti, davanti alla quale quel giorno siamo passati almeno una decina di volte, per cercare un ristorante. Lì, alla Madonna del Bosco ha salutato il Vescovo che doveva celebrare la Messa, ha salutato la Madonna e i suoi monti. Ogni scorcio era l'occasione per raccontare qualche aneddoto e siamo passati anche dalla Trattoria dove andava a mangiare sempre con la sua Marisa e il Franco, amico e cognato, compagno di tante avventure. Questo momento è stato forse profetico perché quest'anno, nel giorno dell'Assunzione di Maria al cielo lui l'ha onorata, visitandola nel Santuario della sua infanzia, del suo cuore. E quest'anno la Madonna, nel giorno dedicato al santo Re Davide, secondo nome di Mario, l'ha chiamato a sé. Nel giorno che vede l'apertura delle Porte Sante nelle varie Diocesi, si apre a Mario la Porta Santa del Cielo. Che possa riposare? È una domanda che mi faccio, conoscendolo. Secondo me sta cercando già qualche angioletto che lo aiuti a fare qualche urgente lavoro a cui nessuno ha ancora pensato!