Danuta e l'amore eterno

La grande scoperta e l'immediatezza del pensiero: se tu ci ami così, se tu sei l’ Amore, io devo darti tutto!

22 agosto 2009: avevo diciannove anni e tutta la casa si era riempita di damigelle e palloncini colorati: era il giorno delle nozze di mia sorella!
Fervevano i preparativi della sposa ed io non volevo certo essere da meno: sarei stata la più bella della festa (dopo mia sorella, naturalmente!) e nessuno poteva rubarmi questa piccola soddisfazione!
In realtà i preparativi erano cominciati tempo prima e, a discapito delle mie "venali aspettative", mi ero preparata all'evento con un pellegrinaggio a Santiago dove avevo domandato al Santo di intercedere per il matrimonio di mia sorella Miriam e, se il tempo fosse maturo, di indicare anche a me la strada che Dio mi aveva preparato.
Non passò molto tempo... Proprio quel 22 agosto fu la svolta che fece virare il timone della mia barca verso una nuova meta.
Eravamo già a metà della celebrazione matrimoniale, esattamente durante la Consacrazione, quando mi sovvenne all'improvviso un pensiero: io certamente amavo mia sorella, ma c'era qualcuno che la aveva amata prima e più di me... Non suo marito, bensì Dio stesso! Mi resi conto in un istante che Dio è Amore: quell’Amore che aveva tessuto con sapienza e fedeltà la sua vita fino a condurla lì, sull'altare, dove il Suo grande Disegno trovava ora compimento.
Ed io? Io avevo cercavo da sempre e invano l'amore. Ora lo avevo davanti; e questo stesso Amore amava coloro che io amavo molto più di me. Esso poteva donarmi eternamente quella Bellezza che aveva sempre avuto il gusto amaro di un tempo limitato.
Dio invece era Amore, e Amore eterno!
Questa grande scoperta coincise con un pensiero immediato: se tu ci ami così, se tu sei l’ Amore, io devo darti tutto!
Non capii cosa ciò comportasse... me ne resi conto più tardi.
Pensai inizialmente alla possibilità di una vita spesa nella Missione, per poi imbattermi inaspettatamente in una ipotesi che, solo pochi mesi prima, mi avrebbe fatta tremare.
Proprio in quel periodo infatti un sacerdote missionario, davanti a una situazione di grande difficoltà che stavo vivendo, mi domandò di pregare per lui e i suoi fratelli sacerdoti. Questo svelò in me la vera portata di quella prima misteriosa chiamata: amare sarebbe coinciso per me con offrire la mia vita davanti a Dio per gli altri, in una incessante supplica che fecondasse il mondo nel silenzio.
Compresi che la vera unità, la vera comunione sarebbe stata lì, nel cuore della Trinità e della Chiesa: io davanti a Dio, chiamata a “portare in grembo” tutto il mondo per presentarlo al Padre, come madre desiderosa di amore per i propri figli.
Riconobbi il seme di questa esperienza contemplativa anche nel rapporto vissuto fin dall'infanzia con la musica: il pianoforte era diventato inconsapevolmente il luogo di questa “vita interiore” che come un fiume in piena scorreva dentro di me, invisibile agli occhi del mondo. Vita di un rapporto intimo, viscerale e intensamente amoroso con la Bellezza stessa, con Dio.
Ora tutto questo, pur continuando a sperimentarlo nella musica, è passato "dalla figura alla realtà", vivendo ogni giorno nell’incessante adorazione di Cristo presente nell'Eucarestia.
Conobbi infatti nel 2012 le Monache Adoratrici di Pietrarubbia e dovetti cedere all’evidenza: Dio mi chiamava ad essere parte di questa famiglia.
Davanti all’Eucarestia esposta feci la misteriosa ma schiacciante esperienza di una Presenza che era lì ad aspettarmi da sempre e che in quel punto di luce bianca ogni bellezza incontrata, ogni esperienza vissuta, ogni persona amata era racchiusa.
Iniziò perciò la mia nuova vita in Monastero, dove da quasi nove anni vivo, in comunione con le mie sorelle, l’esperienza quotidiana di questo “Dimorare in Dio”, Misteriosa Presenza in cui ritrovo il mio nome e la mia pace. Qui ogni giorno ripongo volti e avvenimenti, custoditi al sicuro nel seno del Padre.